Per la Chiesa le apparizioni della Madonna di Trevignano sono false. È definitivo il verdetto con cui la commissione diocesana di Civita Castellana «scomunica» la santona Maria Giuseppa Scarpulla, nota come Gisella Cardia - che si diceva capace di moltiplicare gli gnocchi e la pizza - mettendo fine ai raduni di migliaia di seguaci che ogni 3 del mese accorrevano sulla collina del piccolo borgo sul Lago di Bracciano per i presunti miracoli, che si potevano seguire anche in diretta streaming. Incontri andati avanti nonostante le denunce per abusi edilizi e le inchieste aperte anche sulle donazioni di alcuni ex fedeli che sarebbero stati truffati.
Non c'è nulla di soprannaturale nei fatti spacciati dalla veggente come apparizioni e i messaggi che venivano letti - a suo dire rivelati dalla Madonna in occasione degli incontri di preghiera per la recita del rosario - non erano in linea con le Sacre Scritture. «Constat de non supernaturalitate», conclude il decreto di Trevignano diffuso dal vescovo Marco Salvi dopo una lunga istruttoria, che si è avvalsa di una Commissione di esperti - formata da un mariologo, un teologo, un canonista e uno psicologo - della consulenza esterna di alcuni specialisti e dell'ascolto di numerose testimonianze. La Madonna, dunque, non è mai apparsa, come aveva già stabilito una prima relazione dell'indagine disposta nell'aprile del 2023. Una conclusione oggi confermata dopo un anno di ulteriori accertamenti, nonostante i magistrati romani abbiano negato per due volte al vescovo di accedere agli atti riguardanti le analisi fatte dai carabinieri sulle lacrime di sangue della statua della Madonna acquistata dalla santona e dal marito Giovanni Cardia a Medjugorje. L'alto prelato della diocesi di Civita Castellana ha spiegato anche di aver chiesto a Scarpulla di sottoporsi ad una perizia psichiatrica, oltre che di intraprendere un cammino di purificazione.
Alla luce di questo, il vescovo impone ai sacerdoti il divieto di «celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare in modo tale da connettere entrambi, in modo diretto e indiretto, con gli eventi di Trevignano Romano». Vietato anche farsi vedere nel luogo dell'apparizione per evitare che i fedeli credano che la santona abbia qualche riconoscimento ecclesiale. Il titolo «Madonna di Trevignano» - ha infine voluto sottolineare il vescovo - non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile. Un avvertimento è pure per i fedeli, invitati a non organizzare e a non partecipare ad incontri di preghiera privati o pubblici che «diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi o che siano atti a fare pressione sul vescovo per modificare le proprie legittime decisioni su di essi».
Il decreto dipinge la presunta veggente come «inattendibile» e «autoreferenziale», sottolineando l'«eccessiva semplicità» dei suoi messaggi, «incapaci di formare realmente i fedeli perché ben lontani dalla ricchezza della Scrittura e della più ampia Tradizione ecclesiale». «Si tratta di contenuti che potrebbero essere offerti da qualunque persona che abbia un minimo di dimestichezza con i temi della spiritualità cristiana», conclude.
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