Chiocchetti, un italiano sul tetto Ue

Il segretario generale del Parlamento ha lavorato con Tajani e Metsola

Chiocchetti, un italiano sul tetto Ue

Alessandro Chiocchetti (nel tondo) è un grande appassionato di montagna ed è riuscito a scalare quella della macchina burocratica europea. Un italiano torna dopo 26 anni al ruolo di segretario generale del parlamento Ue, scelto da una larga maggioranza e da gennaio 2023 dovrà gestire 8mila dipendenti con un budget da 2 miliardi di euro. Il «superburocrate» di Bruxelles sostituirà dopo 13 anni il tedesco Klaus Welle.

È la carica non politica più importante a Bruxelles e rappresenta una vittoria per l'Italia e per il Ppe, la grande famiglia dei moderati europei dove Chiocchetti è cresciuto. É attualmente capo di gabinetto della presidente del Parlamento europeo, la popolare Roberta Metsola e prima è stato con il suo predecessore Antonio Tajani, dal 2017 al 2019 come vicecapo di gabinetto e poi di fatto al vertice dell'ufficio. Il suo grande sponsor è proprio il vicepresidente del Ppe e coordinatore nazionale di Forza Italia. «Il Parlamento europeo - commenta, per primo, in un tweet Tajani - è in ottime mani. Un fiore all'occhiello per il nostro Paese». Per l'uomo che più ha valorizzato Chiocchetti in questi anni è l'ultimo successo prima di lasciare le istituzioni europee e approdare in parlamento, forse al governo, in Italia. Specialista delle procedure legislative dell'Eurocamera, Chiocchetti è stato selezionato dal Bureau di presidenza del parlamento europeo (Metsola, i 14 vicepresidenti e i 4 questori), in una rosa di 4 candidati, tutti direttori generali: Leena Linnus, Jaume Duch e Agnieszka Walter-Drop. L'operazione del Ppe per raggiungere un largo consenso sul suo nome è stata molto delicata e complessa. «Ma dimostra - spiegano tra i popolari - che quando l'Italia si muove con determinazione e puntando su uomini di qualità, raggiunge l'obiettivo». Per capire che la battaglia dietro le quinte è stata dura, basti dire che i Socialisti avevano annunciato l'astensione, ma alla fine la vicepresidente dem dell'Europarlamento Pina Picierno ha votato per lui, con la greca Eva Kaili. Nel Pd pare che si sia vissuto uno psicodramma.

Il ruolo è molto influente, anche se poco noto, e permette all'Italia di avere una posizione di peso nel gioco delle nomine delle poltrone Ue. Prima di Chiocchetti solo un altro italiano ha avuto questa carica, Enrico Vinci dal 1986 al 1997. Tra le altre posizioni apicali nelle istituzioni europee oggi il nostro Paese ha Stefano Sannino, segretario generale del servizio per l'azione esterna della Commissione europea. Che il posto sia di potere e la nomina «pesante» per gli anni a venire lo dimostrano le polemiche degli sconfitti, dalla Verde Heidi Hautala, che critica il metodo di selezione dei candidati, ad alcuni liberali di Renew Europa, dove siede Carlo Calenda.

Si diceva che Chiocchetti è montanaro, nato nella Moena del Trentino 53 anni fa, e ferrato alle scalate. Al Parlamento europeo è arrivato come assistente nel 95, con una laurea in Scienze politiche a Padova, ha lavorato per diversi eurodeputati di Fi.

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