Non ci sono responsabilità per il grave incidente subito da un concorrente di «Ciao Darwin» durante la puntata della trasmissione di Canale 5 del 7 aprile del 2019 condotta da Paolo Bonolis. Una caduta rovinosa dai rulli che ha reso tetraplegico Daniele Marchetti, 54 anni all'epoca dei fatti. Il Tribunale monocratico di Roma, accogliendo un'eccezione presentata dai difensori, ha assolto «perché il fatto non sussiste» le quattro persone finite a processo.
Sul banco degli imputati sedevano Sandro Costa e Massimo Porta, rappresentati di Rti (Reti televisive italiane) un'azienda Mediaset produttrice della trasmissione, Massimiliano Martinelli, dirigente della società che si era occupata dell'attrezzatura e Giuliano Giovannotti, della società che aveva il compito di selezionare i concorrenti della trasmissione. A seconda delle posizioni, erano accusati di lesioni personali gravissime e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Ma per il giudice il dramma del concorrente non può essere attribuito a qualche loro mancanza nell'organizzazione della puntata.
L'incidente avvenne nel corso della prova detta dei «cilindroni». Saltando da un rullo ad un altro Marchetti perse l'equilibrio e, a causa della superficie resa appositamente scivolosa per rendere più difficile la prova, cadde nell'intercapedine tra i due rulli, finendo in una vasca con dell'acqua, ma con una profondità di «appena 1,09 metri». Una quantità «evidentemente non sufficiente a garantire la possibile caduta in sicurezza», secondo la ricostruzione fatta dal pm nel capo di imputazione. Le ferite riportate apparvero subito gravi: Marchetti subì lo schiacciamento di due vertebre, con una lesione al midollo che compresse il torace, impedendogli di respirare. Venne sottoposto a vari interventi chirurgici ma nonostante la lunga riabilitazione è rimasto paralizzato agli arti superiori ed inferiori e necessita di un infermiere specializzato che lo assiste a domicilio tre o quattro volte a settimana, oltre alla presenza costante della moglie e del figlio.
In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera dopo la tragedia, Marchetti raccontò di quanto la sua vita sia stata stravolta da un gioco per il quale non era stato adeguatamente addestrato. Nessuno - disse all'epoca, come poi ribadì anche ai magistrati durante le indagini - lo avrebbe avvisato dei rischi che avrebbe potuto correre. Nella stessa intervista il concorrente si lamentò del fatto che né Bonolis né persone a lui vicine lo hanno mai cercato per sapere come stesse, soltanto la produzione in un primo momento avrebbe avuto contatti con la sua famiglia per avere notizie. Il conduttore però gli espresse pubblicamente solidarietà, dicendosi umanamente dispiaciuto e vicino a lui e alla sua famiglia.
Ora il Tribunale monocratico
ha stabilito che gli imputati, rinviati a giudizio lo scorso marzo, non hanno colpe per quello che è accaduto. «Ce lo aspettavamo, ma la sofferenza non si cancella. Ora occorre più sicurezza», hanno commentato i familiari.
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