Altro che neutrale. La Cina rifornisce abbondantemente la Russia se non di armi vere e proprie, certamente di materiale che può avere uso militare. Lo rivelano documenti doganali ottenuti da Politico, secondo cui i russi avrebbero fatto ordini per centinaia di migliaia di giubbotti antiproiettile ed elmetti prodotti dai cinesi di Shanghai H Win. Tra il materiale acquistato dalla Russia ci sono droni che possono essere usati per dirigere il fuoco dell'artiglieria o sganciare granate e mirini ottici termici per colpire il nemico di notte.
La scappatoia è la vendita della cosiddetta tecnologia dual-use, che può avere usi sia civili sia militari, e che lascia spazio a ogni tipo di ambiguità. Certo, anche l'Ucraina è cliente della Cina, ma in maniera infinitamente minore. Secondo i dati doganali quest'anno la Russia ha importato droni dalla Cina per un valore di oltre 100 milioni di dollari, 30 volte di più dell'Ucraina. E le esportazioni cinesi di ceramica, un componente utilizzato nei giubbotti antiproiettile, sono aumentate del 69 per cento in Russia a oltre 225 milioni di dollari, mentre sono diminuite del 61 per cento in Ucraina a soli 5 milioni di dollari.
«Ciò che è molto chiaro - spiega Helena Legarda, analista specializzata in difesa cinese e politica estera presso il Mercator Institute for China Studies, un think tank di Berlino - è che la Cina, nonostante tutte le sue affermazioni di essere un attore neutrale, in realtà sostiene le posizioni della Russia in questa guerra». Se la Cina vendesse esplicitamente armi o attrezzature militari alla Russia, la Ue dovrebbe applicare sanzioni secondarie contro i promotori della guerra di aggressione di Putin.
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