Cisl, manovra ok per il taglio al cuneo fiscale. E al Sud il Pil corre il doppio rispetto al Nord

Il sindacato: "Bene Irpef e riduzione del costo del lavoro". Sangalli (Confcommercio) spinge: "Giù la spesa pubblica"

Il segretario della Cisl Luigi Sbarra
Il segretario della Cisl Luigi Sbarra
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L'impostazione della manovra, con la maggior parte delle risorse convogliate per confermare il taglio del cuneo fiscale estendendolo fino ai 40mila euro, trova apprezzamenti anche tra i sindacati. La Cisl esprime in particolare «soddisfazione per la conferma dell'accorpamento delle aliquote Irpef per sostenere i redditi bassi e l'estensione del taglio del cuneo contributivo - fiscale», reso strutturale ed applicato fino a 40mila euro. Pur sottolineando la presenza di margini di miglioramento, il sindacato guidato da Luigi Sbarra accoglie «con favore» anche la continuità alla defiscalizzazione per i salari di produttività e welfare contrattuale per il triennio 2025-2027 e della detassazione sui fringe benefit allargata anche a nuove platee. «Rilevante che la decontribuzione per le lavoratrici madri sia stata stabilizzata e che gli incentivi alle assunzioni nelle aree del Mezzogiorno per giovani, donne, lavoratori svantaggiati siano stati rifinanziati per il prossimo triennio», si legge nella nota emessa a seguito della riunione del comitato esecutivo. Anche sul versante della famiglia viene ritenuta «importante» la conquista dell'assegno di 1.000 euro per nuovi nati e il prolungamento dei congedi parentali all'80% per tre mesi, così come l'esclusione dell'assegno unico dal calcolo dell'Isee per il bonus asilo nido. Per la Sanità, l'incremento di 2,3 miliardi (1,3 aggiuntivo e il restante a legislazione vigente) andrà a «rafforzare la medicina territoriale e ridurre le liste d'attesa».

L'operato del governo all'interno di un sentiero di miglioramento dei conti pubblici sta convincendo anche le agenzie di rating. A una settimana di distanza dalla promozione da parte di Fitch, è arrivata un'analoga indicazione da Dbrs. L'agenzia di rating canadese ha confermato il rating BBB e alzato le prospettive sull'Italia da stabili a positive in virtù del miglioramento del percorso fiscale a medio termine previsto. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato proprio come questi giudizi positivi «sono il risultato dell'azione responsabile di questo governo che si traduce in credibilità per l'Italia».

«Non accade così nel resto d'Europa - si accoda il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso - in questo momento storico così difficile, in cui assistiamo alla stagnazione dell'economia europea e alle condizioni non prevedibili in cui la guerra circonda il nostro continente».

Intanto, ieri l'ufficio studi di Confcommercio ha aggiornato le stime sulla crescita italiana, prevista a +0,8% quest'anno, ponendo l'accento sul fatto che a sorpresa il Pil del Mezzogiorno corre più del doppio rispetto a quello del Nord: +1,2% contro lo 0,5%, anche se i consumi al Sud mostrano una maggiore debolezza con un +0,4% a

fronte del +0,5% del Nord. «Occorre più coraggio nella revisione della spesa pubblica per poter alleggerire il peso fiscale che penalizza famiglie e imprese», è l'indicazione del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

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