Né Caritas, né pietas, solo hyubris. Nella scintillante Milano usa e getta i figli sono pietre d'inciampo, oggetti da buttare nel cassonetto dei vestiti usati, come la felpa nella quale la piccola bimba trovata morta ieri è stata avvolta, in un ultimo rantolo di sensibilità. Inutile fare congetture sul perché. Le suggestioni da sbirri servono solo a incartare un comodo alibi alla nostra società, che ha permesso che questo oltraggio accadesse, impacchettare una storiella per racimolare qualche like e scatenare sui social la stanca litania colpevolista di quelli che benpensano. Quella vita si è spezzata perché questa città ha smarrito il suo coeur, annegato nello spritz dell'apericena. Dove una donna cercava risposte ha trovato tante porte chiuse, in Chiesa come in ospedale, chi poteva aiutarla «in nome della legge» se n'è fregato. Difficile pensare che quel pancione sia sfuggito agli avidi occhi dello Stato, che su quel grembo fertile avrebbe dovuto costruire le fondamenta del nostro futuro. Possibile che nessuna mano estranea abbia accarezzato quel ventre, parlucchiato con la madre in chissà quale lingua, fantasticato di un nome, di un futuro, di un abito candido da indossare appena nata? E invece questa donna è rimasta sola con un peso nella testa e uno nella pancia, entrambi troppo ingombranti, di cui disfarsi e in fretta. Questo Paese si avvia all'inferno demografico, mancheranno mani e teste, presto chiuderanno scuole e uffici, e non saranno le solite, trite promesse della politica né qualche spicciolo in più a convincere molte famiglie a imboccare la perigliosa strada della maternità consapevole, lastricata di alberi dai frutti dolci che sanno di triste libertà, di un eterno presente senza responsabilità, del miraggio eugenetico. Con i padri a fare da ignare o troppo consapevoli comparse. Fare un figlio è una scommessa al buio che molti non vogliono o possono permettersi, perché non ci sono soldi o non c'è tempo. Non ne ha avuto nemmeno la bimba ricacciata al buio di un cassonetto dopo l'illusione di un bagliore di vita.
A Milano, la città imbruttita e tracotante che tutto anticipa, l'opulenza smeralda della vita a la carte si infrange sulla sanguinante ignoranza di una donna. Che scappa da un peccato ma ci inchioda alle nostre comode poltrone.
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