Maria Tripodi (foto), esponente di Fi, sottosegretario del ministero degli Esteri, a tutto campo sul tentativo sventato d'inserire Venezia nella lista delle città «in pericolo».
Hanno provato a colpire Venezia ma il governo ha sventato l'inserimento nella lista Unesco. Un successo condiviso?
«Una manovra politica che si ripete ciclicamente. Il governo ha giocato una partita per l'Italia e l'ha vinta. È stato un grande successo internazionale, certificato dal voto unanime espresso dal Comitato, possibile grazie alla sinergia tra Comune di Venezia, MiC e Ministero degli Affari Esteri, dove da delegata all'Unesco ho seguito direttamente il dossier».
Invece la città merita uno sviluppo senza declassamento, ha detto il ministro Gennaro Sangiuliano.
«E a ragione, visto che Venezia è profondamente migliorata con l'amministrazione Brugnaro. Registrando la piena operatività del Mose realizzato dal Presidente Berlusconi, gli investimenti pubblici in atto, l'efficientamento energetico degli spazi museali, le grandi navi tolte da San Marco».
Come è stata evitata una scelta che sarebbe stata ingiusta?
«Con un lavoro intenso tra il governo e l'amministrazione comunale. Il sabato precedente la votazione ero in missione a Venezia da Morris Ceron direttore generale del Comune e in stretto contatto con l'ambasciatore italiano all'Unesco Liborio Stellino, per ultimare la documentazione necessaria alla Commissione di Ryad».
Chi è che rema contro il Paese?
«Chi parla male dell'Italia all'estero. Un doppio fallimento per l'azione denigratoria condotta, e per successi ottenuti, grazie all'autorevolezza del governo Meloni. L'ultimo in ordine di tempo, la nomina del nuovo Chairman del Comitato Militare Nato, il nostro CSMD Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.
Quali sono i prossimi appuntamenti essenziali per il dicastero in cui opera?
Partiamo con l' XI Conferenza Italia-America Latina e Caraibi il 12 ottobre, per proseguire con la Conferenza
Italia-Africa e il G7 del 2024. Stiamo inoltre lavorando incessantemente su vari fronti: l'ExpoRoma2030 su quale crescono i consensi e l'Expo di Osaka 2025. Senza trascurare aree strategiche come l'Indopacifico e il Golfo».
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