C' è Salvini al telefono, vuole fare gli auguri di Pasqua ma anche protestare per l'atteggiamento di Conte, «presidente, una roba da Stato totalitario». Uno sfogo atteso. Sergio Mattarella ascolta «con grande attenzione» le lamentele del segretario della Lega, prende atto che la stagione del tutti uniti contro il Covid e già finita, si dice deluso per la fine della collaborazione, tuttavia non cambia linea: il Quirinale, spiega, «continuerà a lavorare per favorire il dialogo» perché stiamo vivendo una fase drammatica e ogni ulteriore frattura farebbe solo danni. E infatti subito dopo, appena riattaccata lo cornetta, chiede ancora una volta alla politica di piantarla con le risse e di darsi da fare contro il nemico comune. «Combattiamo il contagio del virus - dice in un messaggio - e accettiamo il contagio della solidarietà». Poi, con una serie di chiamate ai presidenti dell'Unione europea, prova pure a riaprire la partita dei bond in vista del vertice dei capi di Stato e di governo del prossimo 23.
Riparte dunque l'offensiva diplomatica del Colle, verso Macron in particolare. Chiuso il sentiero della collaborazione istituzionale, saltato il tavolo governo-opposizione sulle misure per mettere in sicurezza l'Italia, in panne la cabina di regia sui decreti economici per rianimare il Paese, Mattarella decide di buttare tutto il suo peso sulla trattativa che conta, quella sugli aiuti e degli interventi Ue, correggendo in qualche modo i toni ultimativi di Conte, da prendere o lasciare, sugli impossibili eurobond. C'è un filo di ottimismo: al di là della disputa sul tipo di strumento finanziario più idoneo, Mes, Bei o altro, dal punto di vista del Quirinale quello che conta è che i nostri partner si siano resi conto della necessità di intervenire per salvare la baracca. Si parla di diverse centinaia di miliardi, non sono pochi spiccioli.
Soldi che non spianeranno i rapporti tra maggioranza e opposizione ma che aiuteranno nella fase di ricostruzione. Quando sarà, toccherà a Vittorio Colao, ben visto dal Colle, gestire la riaccensione della macchina. Quando sarà, perché ora, avverte Mattarella, dobbiamo continuare l'isolamento. «Ho ricevuto molte lettere in cui vengono narrate storie di solitudine. Comprendo bene il senso di privazione che questo produce, so che molti italiani trascorreranno la Pasqua da soli, sarà così pure per me. I sacrifici che stiamo facendo da oltre un mese stanno producendo i risultati sperati e non possiamo fermarci proprio adesso».
Il capo dello Stato parla a un Paese provato, che comincia a soffrire anche psicologicamente. Quando potremo tornare alla vita di prima? «Sulla base di valutazioni scientifiche e secondo le indicazioni che verranno stabilite, si potrà avviare una graduale, progressiva ripresa, con l'obbiettivo finale di una ritrovata normalità». Però attenzione. «Fino a quel momento è indispensabile mantenere con rigore il rispetto delle misure di comportamento. Stiamo per vincere la lotta contro il virus, o quanto meno, di ridurre al massimo la pericolosità, in attesa di un vaccino». Non è proprio il momento di lasciarsi andare.
Dunque «fiducia e speranza» e anche «riconoscenza ai medici e agli infermieri che passeranno la Pasqua al
lavoro». Un pensiero «per i nostri concittadini morti, tante storie spezzate, affetti strappati spesso all'improvviso» e un abbraccio alle famiglie. Conclusione: «Combattiamo il virus e apriamoci al contagio della solidarietà».
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