
«Come lui non c'è nessuno: è bravissimo» sentenzia Donatella Versace dirigendosi verso il backstage della sfilata di Saint Laurent in cui è appena rientrato il direttore creativo Anthony Vaccarello seguito dagli applausi scroscianti di pubblico e collaboratori. La bionda signora del made in Italy parla a ragion veduta essendo stata la prima a credere nel talento del giovane designer. Poi c'è stata Francesca Bellettini che nel 2016 gli ha affidato lo storico marchio francese ignorando sussurri e grida sullo sconosciuto garcon messo sul trono del grande Yves. Oggi che l'irresistibile ragazza di Cesena è deputy ceo di tutto il Gruppo Kering si può godere questo successo scrivendo sul suo Instagram: «Sei semplicemente il migliore». In effetti ciò che abbiamo visto nella gigantesca stanza ovale ricoperta da lastre di onice rosa che verranno poi riutilizzate per abbellire i negozi del marchio è una collezione strepitosa, del tutto simmetrica sia agli stilemi creati nel passato di Saint Laurent sia alle esigenze della contemporaneità. Per cui le spalle delle bluse sono imponenti e scultoree senza imbottiture di sorta ma solo grazie a un uso supremo delle forbici. Invece le gonne a matita non bloccano il passo ma delineano una fantastica silhouette allungata per via dei tessuti compatti eppure elasticizzati. Tutto è semplice e perfetto senza alcun tipo di compromesso a cominciare dai colori descrivibili con una sola parola: sublimi. Perfino gli abiti da sera del gran finale che a prima vista sembrano tutti neri, al secondo passaggio delle modelle ti accorgi che contengono tutte le tinte scure della notte fuse nel più sofisticato dei modi tra il lungo ed esile corpetto tipo sottoveste, la gonna a campana larghissima che Vaccarello giura di aver realizzato senza crinoline o altri artifici sartoriali, il blouson noir di pelle buttato sulle spalle e una cintura tipo fusciacca in una calda tonalità di cioccolato. Bellissima anche la collezione Miu Miu, il marchio che nel 2024 ha registrato un aumento di fatturato del 93% dettando legge sul fronte dello stile anche a chi (e sono in tanti) non conosce la differenza tra vestirsi da signora o meglio da «sciura» come si dice a Milano ed essere una «vera sciura». È una cosa che può succedere anche a 20 anni, quando rubi dall'armadio della mamma o della nonna la stola di volpe, le grosse spille vintage, i bracciali a catena, i completi in lamè dalle tinte improbabili e i reggiseni a punta degli anni '50. Per mettere tutto questo insieme con eleganza e scrivere un nuovo capitolo sulla femminilità ci vuole la grande signora del Made in Italy: Miuccia Prada. Tutt'altra atmosfera da Loewe che presenta in forma statica perché sembra essere imminente l'arrivo di J. W. Anderson da Dior dove dovrebbe occuparsi di uomo, donna e couture. Così invece di scapicollarsi fuori Parigi per la solita sfilata nel castello di Vincennes, il popolo della moda è stato convocato nella casa di Lagerfeld sulla Rive Gauche godendosi un vero e proprio viaggio nell'alto artigianato di questo marchio spagnolo controllato dal Gruppo LVMH. La collezione ispirata dall'arte di Joseph e Anna Albers, una coppia nata nel 1922 insieme con la scuola del Bauhaus, era una vera meraviglia: per un cappotto nel tessuto fatto con innumerevoli pois a rilievo nei diversi colori dell'iride si potrebbe perfino delirare. Anche Daniele Calcaterra fa una collezione favolosa creando tessuti esclusivi come la mischia di cotone, lana, lino, seta e un filo di poliestere per lo strepitoso tailleur pantalone che sembra in oro sabbiato. Poi c'è il tweed di lino oppure il fil coupè di velluto montato su seta con cui il completo da giorno diventa speciale e l'abito da sera unico. Vuitton sfila all'Etoile du Nord, una stazione segreta di Parigi nel quartiere più pericoloso e inaccessibile della città. Gli invitati devono presentarsi tre ore prima dello show e poi vengono trasportati in sicurezza sul posto.
Tutti gli altri vedono la collezione da vicino presentata in forma statica e si accorgono che è molto più bella del solito, con oggetti deliziosi come la borsa lanterna e capi portabili anche per chi di mestiere non fa la première dame di Francia.
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