Le colpe degli incendi? Gualtieri accusa gli altri ma prima c'erano Pd e 5s

Il sindaco si autoassolve e se la prende con i predecessori. Gasparri (Fi): "Roma allo sbando"

Le colpe degli incendi? Gualtieri accusa gli altri ma prima c'erano Pd e 5s

Quattro maxi-incendi e un funerale. Per dire addio alla normalità che, a Roma, sembra sempre più un miraggio, pronto a svanire tra i fumi dei roghi quotidiani. L'ultimo l'altro giorno a Centocelle, con le fiamme che avrebbero attecchito, forse con l'aiuto di una mano dolosa, tra il degrado del verde pubblico mancato costellato di baracche e rifiuti interrati dove un tempo sorgeva il campo rom abusivo più grande d'Europa, il Casilino 900. E con il rogo che poi è andato avanti per ore, travolgendo sfasciacarrozze mai «sfrattati» da Campidoglio e Regione, costringendo all'evacuazione centinaia di romani e regalando alla capitale per l'estate anche un allarme diossina.

L'incendio a Centocelle è l'ultimo di una lunga serie in un mese scarso che ha visto i vigili del fuoco ininterrottamente al lavoro. Una collana di disastri inaugurata a metà giugno dall'incendio nel Tmb di Malagrotta e andato avanti tra roghi grandi e piccoli, che come in un inferno di sapore dantesco hanno evidenziato i peccati capitali della capitale, dalla gestione dei rifiuti a quella del verde, dalle periferie alla riqualificazione del territorio fino ai cinghiali. Inevitabile, in questo clima rovente, che divampino le polemiche. Con Maurizio Gasparri, senatore azzurro e commissario romano di Fi, che teme «sfascio totale e disastro ambientale» e sospira: «La situazione è sfuggita totalmente al controllo del Campidoglio. Gualtieri ha fallito. Roma è all'emergenza». Critico anche il capogruppo Fdi in Regione, Fabrizio Ghera, che ricorda come proprio l'ente guidato da Nicola Zingaretti avrebbe dovuto, da anni, trovare una nuova sistemazione agli autodemolitori che occupano quegli ettari di parco archeologico devastati dall'ultimo incendio.

E il sindaco? Roberto Gualtieri promette di voltare pagina sui rifiuti, tra spazzini di quartiere e termovalorizzatore da fare, definisce gli incendi dilaganti una «sfida per la legalità» e, in una lunga intervista al Corriere della Sera, individua anche le colpe di questa situazione paradossale. Ovviamente, guardando all'indietro. Puntando il dito contro «i tanti temi colpevolmente lasciati senza soluzione da molti anni», definendo il parco di Centocelle-che-non-c'è, per esempio, «una delle tante incredibili incompiute di questa città». Le colpe dei roghi, insomma, sono di chi li ha innescati con colpa o con dolo, per cominciare. Ma va detto che la procura di Roma al lavoro sull'estate caldissima della capitale sta indagando anche sulla gestione del verde pubblico e sugli accumuli di rifiuti abbandonati. Quanto alle altre accuse di Gualtieri, dagli incendi ai rifiuti ai parchi archeologici «dimenticati», le sue parole sembrano una sferzata diretta in primis verso il centrosinistra.

Se gli incendi e le altre magagne romane sono colpa del passato, Gualtieri dovrebbe dare un'occhiata in casa propria, a meno che per lui le «amministrazioni che non hanno fatto la propria parte», come ha spiegato al Corriere, siano solo quelle degli altri. Statisticamente improbabile. Dal 5 dicembre 1993, giorno dell'elezione di Rutelli, a oggi, in oltre 10mila giorni, il centrosinistra ha governato la capitale per il 60 per cento del tempo.

E ha dettato legge anche di più in Regione, ente fondamentale, per esempio, nella gestione del ciclo dei rifiuti: qui, il Pd e suoi antenati hanno amministrato per il 70 per cento degli ultimi 17 anni, considerando solo quelli trascorsi dalla prima elezione diretta del governatore, nel 1995.

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