Forse non ci sarà la tanto minacciata e temuta escalation ma tra un bombardamento, un attacco, un sabotaggio e la consueta repressione made in Mosca, la guerra in Ucraina sembra ben lontana da un sua possibile conclusione. Ieri le forze di Kiev hanno rivendicato l'attacco al pattugliatore russo Sergey Kotov, attaccato da droni marini e affondato nelle acque della Crimea. Colpito e distrutto anche un deposito di petrolio a Belgorod, in territorio russo. Mosca ha replicato abbattendo un aereo ucraino e alcuni droni. Ma è evidente che la distruzione della nave russa faccia molto più rumore. Basti pensare che il costo della corvetta si aggira intorno ai 65 milioni di dollari.
Secondo quanto ricostruito dalle forze ucraine, il blitz ha causato anche sette morti e sei feriti. «In questo momento la nave è sul fondo del mare», ha detto il portavoce della Marina ucraina Dmytro Pletenchuk. «I russi volevano installare un sistema missilistico antiaereo a bordo del pattugliatore Kotov», ha detto Andrii Yusov, rappresentante della direzione principale dell'intelligence ucraina. Nel contempo, droni ucraini hanno colpito, incendiato e distrutto anche un mega deposito di petrolio nella regione di Belgorod anche se i depositi nel mirino potrebbero essere tre. I russi hanno replicato abbattendo un caccia ucraino Mig-29, diversi e droni e quattro razzi proprio mentre il ministero per l'Industria di Kiev fa sapere che quest'anno produrrà fino a due milioni di droni da utilizzare contro la Russia, in territorio ucraino per difesa o anche, come già accaduto, oltreconfine.
Nel frattempo, altri due temi che mettono la Russia in stato di ulteriore isolamento. La Corte penale internazionale ha emesso due mandati di arresto per Sergei Kobylach, capo dell'aviazione strategica russa, e Viktor Sokolov, capo della flotta russa del Mar Nero, per crimini di guerra e contro l'umanità. I due alti ufficiali sono accusati nello specifico per gli attacchi contro le infrastrutture elettriche e proprietà civili tra fine 2022 e inizio 2023. Nella primavera del 2023 la stessa Corte aveva emesso un mandato d'arresto contro Vladimir Putin per il suo ruolo nella deportazione di bambini in Ucraina. Intanto, il grillo parlante del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, ha accusato gli stati europei per «interferenze negli affari interni della Russia». Motivo? La partecipazione di ambasciatori occidentali ai funerali di Alexei Navalny. Il motivo è ben presto spiegato: testimoni occidentali hanno impedito la repressione immediata dei manifestanti.
Ma sul tema la Russia non rimane indietro. Anche grazie al riconoscimento facciale tramite intelligenza artificiale, decine di persone vengono arrestate in differita in queste ore. Dimostrando una volta di più quanto democratica sia la Russia di Putin.
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