Comitato di garanzia e restituzioni: turbolenze nel M5s di Conte

Le votazioni per il comitato di garanzia e l'indicazione dei beneficiari dei fondi creati con le restituzioni dei parlamentari agitano il M5s

Comitato di garanzia e restituzioni: turbolenze nel M5s di Conte

Sono giorni concitati nel Movimento 5 stelle. Giuseppe Conte è impegnato nella campagna elettorale dei suoi candidati sindaci e, nel frattempo, deve pensare all'organizzazione del partito. Domani gli iscritti voteranno per il comitato di garanzia, nel rispetto del nuovo statuto M5s voluto da Giuseppe Conte, ma circolano già i possibili nomi dei fortunati che potrebbero essere eletti. Marco Antonellis per Tpi.it rivela, infatti, che tra i grillini ben informati ci sono già tre nomi che vengono dati per certi: Roberto Fico, Luigi Di Maio e Virginia Raggi.

Potrebbero essere loro, quindi, i "guardiani" della nuova linea statutale del Movimento 5 stelle, i garanti che dovranno vigilare su Giuseppe Conte. Ma i tre fanno parte di una rosa più ampia, indicata da Beppe Grillo. Oltre ai tre già precedentemente indicati, infatti, sono in lizza per l'elezione anche la deputata Carla Ruocco, l’europarlamentare Tiziana Beghin e il consigliere umbro Andrea Liberati. Sono nomi meno altisonanti rispetti ai precedenti tre, che non hanno lo stesso appeal agli occhi degli iscritti.

Ma questa non sarà l'unica votazione alla quale sono chiamati i pentastellati, perché domani si dovrà anche decidere come impiegare i fondi derivanti dalle restituzioni dei parlamentari. Questo argomento apre una grande breccia nei grillini, perché ancora non è stato deciso in che modo impiegare quei soldi e le ipotesi sul tavolo sembrano essere ancora troppe, con i parlamentari che non sono in grado di trovare una quadra.

Da una parte, Giuseppe Conte in passato ha dichiarato che quei fondi sarebbero andati per il supporto agli afghani. Una dichiarazione mai ufficialmente supportata. "Ci sarà questa opzione nel voto di giovedì o il neo presidente verrà smentito?", si domanda Marco Antonellis nel suo articolo. Oltre a questo, però, c'è anche un altro nodo importante da sciogliere, forse ancora più complicato. Nel fondo che raccoglie le restituzioni dei parlamentari sono confluite anche quelle degli espulsi, che quando erano ancora nel MoVimento hanno adempiuto al loro compito previsto dallo statuto. Ma ora che sono fuoriusciti, alcuni di loro hanno già in passato diffidato il MoVimento a compiere queste operazioni di voto.

"Per diversi mesi, a causa dei mancati versamenti dei parlamentari, si ventilava la possibilità di utilizzare questi soldi per la struttura di Conte che richiederebbe milioni di budget a fronte invece del milione e 300 mila euro usato durante la gestione Rousseau per un’infrastruttura totalmente digitale", scrive Antonellis. Un costo per il quale è stato chiesto ai parlamentari di versare 1000 euro a fronte dei 300 previsti. Non sono stati pochi i malumori in casa 5s e infatti è stata prevista "la presenza di Conte solo nelle regioni nelle quali i parlamentari fossero stati in regola". La questione economica sta creando più di qualche mal di testa a Giuseppe Conte nelle ultime settimane.

Ma c'è una domanda ancora più complessa alla quale non è stata data una risposta: "Che fine hanno fatto i fondi delle restituzioni delle recenti votazioni? Sono stati devoluti? Se sì a chi?".

Al momento il quesiti è sospeso ma i grillini premono per avere qualche delucidazione, anche perché, come hanno sottolineato, "in passato la piattaforma Tirendiconto consentiva di avere un quadro completo di come venivano spesi questi fondi mentre ora non è più così".

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