Il Cern ha voluto chiudere in bellezza le Celebrazioni del suo 60mo Anniversario affidando a una donna la responsabilità di dirigere il più grande Laboratorio di Fisica Subnucleare del mondo. Chi scrive ha visto nascere questa formidabile impresa scientifica. Ero a Londra all'Imperial College, nel più potente gruppo di Fisica delle Alte Energie diretto dal Professor Blackett (Grande Ammiraglio della Marina Britannica, Nobel e Lord). Fu il nostro gruppo a scoprire una cosa talmente inaspettata da essere definita «carica strana».
L'unica carica nota a quei tempi era la carica elettrica. Il guaio era che di questa novità non ce n'era affatto bisogno per capire com'è fatto il mondo: dalle pietre alle Stelle tutto sembrava entrare in una Logica quasi perfetta. In questo quasi c'era però la grande novità della «carica strana». Ancora oggi nei libri non si spiega che con il termine carica si devono intendere due proprietà totalmente diverse: la carica che genera una forza fondamentale, com'è la forza elettromagnetica; e la carica che deve garantire la stabilità della materia. Accade che l'elettrone possiede questi due tipi di cariche.
Ecco l'enorme difficoltà nel venirne a capo. Oggi sappiamo che di cariche che generano le forze fondamentali ce ne sono 4 e di cariche che assicurano la stabilità di tutto ciò che esiste ce ne sono ben 12. Ci sono voluti 60 anni per arrivarci e il traguardo è detto «Modello Standard». Le sue radici sono nella carica strana e il nuovo orizzonte ci porta a elaborare l'ipotesi del Supermondo.
Il futuro del Cern è riuscire a stabilire se esiste o no il Supermondo senza dimenticare che le grandi scoperte scientifiche sono venute tutte in modo totalmente imprevedibile. L'unica certezza sta nella potenza delle tecnologie di cui è dotato il Cern.
A Fabiola Gianotti tocca il privilegio di guidare una battaglia scientifica che l'Europa deve vincere. È necessario non dimenticare che il motore del progresso è la scoperta scientifica. Diceva Bertrand Russell: «Più lontana è la scoperta scientifica da ciò che la cultura del mondo pensa di avere capito, più grandi saranno le ricadute, prima nelle invenzioni tecnologiche, poi nelle produzioni industriali e infine nella vita di tutti i giorni». Ecco perché il futuro del Cern deve essere al centro dell'attenzione di tutti i Governi.
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