Commissione Covid, no di Pd e M5s

La sinistra: "Estromette le Regioni e ammicca ai No Vax". Fdi: "No, farà chiarezza"

Commissione Covid, no di Pd e M5s

«Farà chiarezza, anche sui vaccini, senza sostituirsi ai pm». «No, è una clava contro la sinistra e ammicca ai No Vax». Il via libera della commissione Affari sociali sull'istituzione della Commissione d'inchiesta sul Covid con i voti favorevoli del centrodestra e del Terzo polo viene macchiato dai distinguo di Pd, M5s e Verdi-Sinistra. «Pensavo che la Commissione d'inchiesta la volessero tutti, serve anche ad evitare errori per il futuro», dice con un po' di delusione il ministro della Salute, Orazio Schillaci. Entro martedì alle 18 gli emendamenti, poi l'organismo bicamerale composto da 15 deputati e 15 senatori (a presiederlo potrebbe essere Italia viva) avrà cinque anni per svolgere indagini «e valutare l'efficacia, la tempestività e i risultati delle misure adottate dal governo», con una «comparazione con la condotta seguita da altri Stati europei», vedi i lockdown. Nel mirino gli eventuali abusi sui dispositivi di protezione individuale (vedi le mascherine cinesi, sdoganate anche se contraffatte e inutili), fino a «eventuali sprechi, irregolarità, comportamenti illeciti e fenomeni speculativi» su acquisti come i famigerati banchi a rotelle per le scuole. La commissione dovrà anche accertare perché il piano pandemico nazionale redatto nel 2006 non è stato né aggiornato né attivato sebbene vigente, né sia stato preso in considerazione dalla task force anti-Covid, con il rischio che questa mancata attivazione - assieme alla mancata Zona rossa nella Bergamasca - abbia causato fino a 4mila morti evitabili, come dice un report del senatore Pd Andrea Crisanti, diventato la principale prova d'accusa contro Giuseppe Conte, Roberto Speranza e i vertici del ministero della Sanità nelle inchiesta di Bergamo, Brescia e Roma.

Verranno anche passati al setaccio «le normative nazionali, europee e internazionali in materia di emergenze epidemiologiche», la loro corretta applicazione, «i rapporti intercorsi tra governo e Oms», con particolare attenzione per le terapie domiciliari e alternative (vedi la sperimentazione sul plasma del professor Giuseppe De Donno) e le cure ai soggetti più fragili, gli hub vaccinali, l'app Immuni e la piattaforma unica sull'allerta contagi ma anche «eventuali abusi rispetto alla decretazione d'urgenza» e possibili «conflitti d'interesse» tra organi tecnici, associazioni di categoria e case farmaceutiche.

«La destra fa propaganda su chi ha sofferto, si ammicca ai No Vax e non sono menzionate le Regioni», dicono i maggiorenti di Pd, grillini e sinistra, usciti dall'aula della commissione per non votare il testo. «I No Vax sono lo spauracchio che a loro fa comodo agitare», sottolinea la meloniana Chiara Colosimo.

C'è il rischio di una contrapposizione con le indagini dei pm? «Il confine tra ciò che è politicamente giusto non coincide sempre con ciò che il codice penale ritiene ammissibile - è il ragionamento di Galeazzo Bignami (Fdi) - ma se rivendichi come giusta una scelta evidentemente sbagliata allora c'è un profilo di complicità».

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