Silenzio e agonia. L'appello della figlia di David Rossi lanciato a Elly Schlein l'altra sera dai microfoni delle Iene è caduto nel vuoto. Come la richiesta di aiuto sussurrata dal manager Mps volato o spinto giù dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo di dieci anni fa, rimasto inascoltato per più di venti minuti. A conferma che il grumo di potere che ha goduto degli sperperi della banca rossa è intoccabile anche dalla Schlein, nonostante le roboanti promesse di discontinuità. Mentre la premier Giorgia Meloni con un tweet nella tarda serata di martedì ha rivendicato la volontà di fare luce sulla intricatissima vicenda e sui suoi contorni giudiziari, dalla leader Pd zero riscontri. Neanche una telefonata. E sì che la segretaria sapeva dell'appello di Carolina Orlandi, il suo entourage era stato ampiamente informato della vicenda. E invece niente. Silenzio colpevole.
A smuovere il Nazareno non è bastata neanche la coraggiosa denuncia dell'ex parlamentare Carmelo Miceli, che ha rivelato di aver chiesto a Enrico Letta di incontrare i familiari di David Rossi - che difende dall'inerzia della Procura di Siena - ricevendo in cambio una freddezza glaciale che poi ha portato (di fatto) alla mancata rielezione in Parlamento dell'esponente siciliano, candidato in posizione ineleggibile nonostante i risultati eccellenti del suo mandato.
Ieri durante il voto della Camera che ha dato il via libera all'unanimità alla commissione d'inchiesta anche in questa legislatura, con il sostegno convinto di quasi tutti i partiti - da Forza Italia con Pietro Pittalis («Fare luce sulle ombre e i punti oscuri di una vicenda dolorosa») a Fratelli d'Italia con Walter Rizzetto («Poco prima di morire è stato picchiato, si indaghi per istigazione al suicidio»), il Pd è tornato a proporre l'emendamento (non approvato) della durata «limitata a 18 mesi» su cui M5s si è astenuto. Un'ipocrisia rafforzata da alcune dichiarazioni oltraggiose della verità: «Per serietà e rispetto nei confronti della famiglia crediamo sia meglio dare una data sul termine dei lavori che può poi prevedere eventuali proroghe», ha detto il deputato del Pd Federico Fornaro. Il suo collega Andrea Rossi, chiedendo di evitare «retropensieri e stupide accuse» rispetto all'emendamento, ha avuto il coraggio di dire che l'attenzione mediatica «non ha fatto bene ai lavori della commissione», che il Pd lavorerà «senza pregiudizi per la verità» e che «a differenza di castronerie e falsità dette negli ultimi giorni» (dal Giornale?) la vicenda di David Rossi «non è un fatto politico, ma di cronaca». Come no. «Speravamo che passasse di nuovo all'unanimità, è stata comunque una grande emozione», dice la Orlandi al Giornale. «La Schlein? Non ci ha ancora risposto», conferma. E poi aggiunge: «Confido che abbia voglia di risponderci e che lo farà.
Mia madre ed io vorremmo incontrarla fisicamente, assieme a Giorgia Meloni, per confermare che di fronte alla verità sulla morte di David non esiste la destra e la sinistra, il nostro diritto alla verità su quella sera deve essere un obiettivo comune».La sensazione però è che nessuno nel Pd vuol cacciare i cacicchi che a Siena hanno fatto il bello e il cattivo tempo, sfasciando i conti della «loro» banca che oggi stanno ripianando gli italiani.
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