Israele? «Incarna l'apartheid per eccellenza». L'eccidio del 7 ottobre? «Un crimine non giustifica mai un altro crimine». La guerra a Gaza? «Un Olocausto contro il popolo palestinese». Queste frasi non vengono da una delle tante piazze di estremisti pro-Palestina. Ma sono state pronunciate a Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze. Il tutto durante un convegno organizzato da Luca Milani del Pd, presidente del consiglio comunale del capoluogo toscano. Durante l'incontro dal titolo «Pace e giustizia in Medio Oriente» i relatori sono scivolati nel giustificazionismo del pogrom di Hamas. La denuncia arriva da Marco Carrai, console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. «Mettere allo stesso pari uno Stato democratico e una organizzazione terroristica è la rottura del tetto di cristallo», dice Carrai. «Arrivare a giustificare i fatti accaduti il 7 ottobre perché inseriti in un presunto contesto storico è come dire che Hitler fece l'olocausto per un contesto storico», continua il console. Che conclude: «Mi sono vergognato di essere cittadino di Firenze».
Bastava guardare il parterre per capire come il tema centrale dell'evento non fosse la pace. C'è Francesca Albanese, relatrice Onu per la Palestina, bandita di recente da Israele dopo aver detto che le vittime del 7 ottobre «sono state uccise in reazione all'oppressione di Israele».
È Albanese che parla di «apartheid» e spiega: «Quanti 7 ottobre i palestinesi hanno dovuto sopportare? Un crimine non giustifica un altro crimine». Mustafa Barghouti, politico palestinese, parente di un terrorista condannato da Israele a cinque ergastoli, parla di «Olocausto» e paragona Anna Frank ai bambini di Gaza. Il sindaco Dario Nardella cosa ne pensa?
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