Il comunista Rizzo anti-islam: "No a velo e moschee"

Il comunista Marco Rizzo corre da sindaco di Torino e si scaglia contro islam e ladri: "Non concedo agli immigrati i diritti borghesi. E i ladri che entrano in casa li faccio andare via in barella"

Marco Rizzo a una manifestazione dei Comunisti italiani
Marco Rizzo a una manifestazione dei Comunisti italiani

Il candidato alla poltrona di sindaco di Torino vuole vietare non solo il velo ma anche le moschee. Vuole prendere a pugni i ladri fino a farli uscire in barella e inasprire le pene fino a triplicarle.

Non si tratta di un estremista di destra, ma del comunistissimo Marco Rizzo. Che in un'intervista concessa ieri a Libero espone i propri progetti per la scalata alla posizione di primo cittadino del capoluogo piemontese. Si dice contrario alla concessione agli immigrati dei "diritti borghesi" connessi alla religione (vorrà, immaginiamo, l'ateismo di Stato) e si scaglia contro il buonismo nei confronti dei ladri.

Candidato per il Partito Comunista, Rizzo spara a zero sui "compagni" (ma lui forse rigetterebbe la definizione) Bertinotti, Vendola e Fassino, confessando candidamente che il suo modello è l'Unione Sovietica staliniana. Comunismo nel 2015 significa "governare opponendosi al pilota automatico della Ue", spiega serafico.

Prende addirittura le difese di Berlusconi, "cacciato dall'Europa perché era andato per la sua strada, accordandosi con Putin per il gas e con Gheddagi per il petrolio".

Frustate, invece, per Matteo Renzi: "È un dipendente del sistema: se sgarra viene licenziato. Quelli dell'altra sinistra che si scagliano contro di lui, i Bersani e i Fassina, non hanno un'altra idea di società ma vorrebbero essere al suo posto".

Lui invece, granitico, va per la sua strada.

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