La riapertura del concordato preventivo biennale si è chiusa l'altroieri, 12 dicembre, con risultati che sembrerebbero non raggiungere gli obiettivi inizialmente previsti. L'istituto, introdotto quest'anno come misura straordinaria per la regolarizzazione fiscale, ha sollevato dubbi e critiche a causa delle continue modifiche normative che hanno generato incertezza tra i contribuenti e difficoltà operative per i professionisti del settore.
Secondo i dati anticipati dall'Associazione nazionale commercialisti (Anc), le adesioni avrebbero prodotto un gettito complessivo stimato non lontano da 2 miliardi di euro, inferiore rispetto ai 2,5 miliardi attesi, sebbene in miglioramento sul totale di 1,3 miliardi della prima fase. Nonostante la proroga dei termini al 12 dicembre e una massiccia campagna di comunicazione, la risposta dei contribuenti è rimasta al di sotto delle aspettative. Il numero definitivo di adesioni dovrebbe attestarsi tra il 14% e il 18% dei potenziali interessati, coinvolgendo circa 750.000 soggetti economici.
Marco Cuchel, presidente dell'Associazione nazionale commercialisti, ha ribadito che i termini della riapertura erano criticabili anche per «l'inspiegabile limitazione nei confronti di coloro che avevano presentato la dichiarazione dei redditi legittimamente, ma successivamente alla scadenza del 31 ottobre e per l'impossibilità di revocare la scelta effettuata nella dichiarazione originariamente trasmessa, dimostrando che in ambito fiscale non vi è assolutamente la parità di rapporti tra contribuenti e lo Stato». I dati delle adesioni pervenute a seguito della riapertura dei termini ancora non si conoscono ma dall'osservatorio dell'Anc, «emerge con chiarezza che non vi è stato il cambio di rotta auspicato dall'Agenzia delle Entrate nonostante le varie comunicazioni Pec recapitate ai contribuenti (tramite le lettere di compliance; ndr) e gli spot pubblicitari trasmessi anche sui canali tv nazionali».
Adesso, conclude Cuchel, resta da vedere se l'ipotesi della riduzione dell'aliquota del 35% «verrà mantenuta cercando le risorse in altro capitolo di spesa», ma soprattutto bisognerà capire, se la stagione del concordato preventivo biennale verrà riproposta o definitivamente abbandonata come già avvenuto in passato.
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