"Condanna politica per il sacrario di Graziani"

Otto mesi di cella per aver costruito il monumento al gerarca. Ma il sindaco di Affile si difende

"Condanna politica per il sacrario di Graziani"

Ma che democrazia è quella che persegue penalmente le opinioni? A quale stadio di civiltà giuridica siamo arrivati se un cittadino può essere condannato per le sue idee o un giornalista per quello che scrive? Eppure nel XXI secolo siamo ancora qui ad assistere a processi in cui, grazie a un codice illiberale, un italiano può ritrovarsi la fedina penale segnata per una frase, un gesto, una celebrazione o un monumento. Com'è accaduto a Ercole Viri, il sindaco di Affile (Roma), che è stato condannato dal Tribunale di Tivoli a otto mesi di reclusione assieme a due assessori, Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni, ai quali è stata inflitta la pena di sei mesi. L'accusa, naturalmente, è di apologia del fascismo per aver eretto un sacrario all'ex gerarca fascista Rodolfo Graziani. Scontata la ridda di reazioni soddisfatte e compiaciute della sinistra e in primo luogo dell'Anpi, che è stata anche risarcita in sede civile dopo la denuncia presentata quattro anni fa. «Una sentenza politica - dice il sindaco di Affile poteva andare peggio». «Una condanna faziosa», affermano in una nota Giancarlo Righini e Marco Silvestroni, rispettivamente capogruppo regionale e segretario provinciale di Fratelli d'Italia, esprimendo la loro solidarietà a sindaco e assessori. «Non si capisce per quale motivo il sindaco del Pd di Filettino non sia mai stato sfiorato da alcun provvedimento giudiziario pur avendo anch'egli riqualificato il parco della sua città, anch'esso intitolato al generale Graziani, sempre con l'utilizzo di fondi regionali osservano gli esponenti di FdI - Una sentenza ingiusta, frutto di un'accusa anacronistica provocata da un livore ideologico senza senso. Ricordiamo che il mausoleo intitolato a Graziani ad Affile è stato finanziato nel 2008 dalla Giunta Marrazzo». Diametralmente opposti i commenti a sinistra, che plaude alla sentenza. «L'idea scellerata di dedicare un monumento a Graziani ha significato calpestare la storia e la memoria di migliaia di vittime rileva Nicola Zingaretti presidente Pd del Lazio - e, insieme, rifiutare i valori dell'antifascismo e del rispetto per i diritti umani su cui è fondata la nostra Repubblica». Più che compiaciuta l'Associazione nazionale partigiani, il cui presidente, Carla Nespolo, afferma che si tratta di una «rilevante conquista non solo per l'Anpi, che fece formale denuncia costituendosi poi parte civile al processo, ma per tutta l'Italia democratica e antifascista». Il sindaco di Affile, però confida nell'Appello. «È una condanna provvisoria spiega L'Appello ci scagionerà, basta lasciare Tivoli», dove secondo il primo cittadino ci sono giudici politicizzati. Viri non è affatto pentito e dice che il monumento è stato eretto non tanto al gerarca fascista, ma al cittadino di Affile più illustre: «Un museo dedicato ai soldati non poteva che essere intitolato a Graziani».

Viri spiega di pensarla esattamente come il sindaco Pd di Predappio, rimasto perplesso dalla stretta sull'apologia del fascismo, dicendo che «non si può vietare la storia». E il sindaco di Affile lo sottolinea: «La storia non va condannata, va rivisitata, va vista sotto tutte le sue sfaccettature. Il fascismo è morto settanta anni fa».

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