Il confine tra Ucraina e Putin che divide la galassia a destra. I veti polacchi e il ruolo del Rn

Il trait d'union può essere l'ostilità ai socialisti. Ma la guerra dello Zar ha già spaccato il fronte

Il confine tra Ucraina e Putin che divide la galassia a destra. I veti polacchi e il ruolo del Rn
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Il manifesto «patriottico» per la «nuova alleanza politica» muove le acque in Unione europea. La novità emersa ieri alimenta le fantasie di più partiti di destra. Il totale però, e per ora, parla di soli ventitré parlamentari disponibili a far parte del gruppo «Patrioti per l'Europa». Il patto firmato da Viktor Orbàn, Herbert Kickl, leader dell'Fpo, ossia del Partito delle Libertà in Austria, e Andrej Babis, capo dei populisti cechi di «Ano», può comunque interessare il sogno della «internazionale sovranista». Un'organizzazione - progetto già circolato nella scorsa legislatura europea - che tenga insieme la difesa di più interessi esclusivi e particolari. Cioè quelli nazionali di ogni Paese. Per ora, un'operazione spesso caldeggiata, anche da ambienti americani, ma mai riuscita davvero. Anche perché resa difficile da alcuni distinguo che non possono essere rimossi neppure questa volta.

In primis, il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella è stato molto chiaro sull'Ucraina. Anche sulle forniture di armi. «No» a quelle che «potrebbero colpire la Russia» in via diretta sui suoi territori. Ma «sì» agli impegni già presi dalla Francia con il Paese guidato da Volodymyr Zelensky. E gli «impegni già presi» non sono pochi.

Difficile poi, se non impossibile, anche il cambio di casacca da parte di Diritto e Giustizia di Mateusz Morawiecki. Conservatori polacchi e sovranisti ungheresi non hanno la stessa linea sul conflitto scatenato da Vladimir Putin nel cuore d'Europa, anzi.

Dall'altro lato della scacchiera, dimora pure l'Afd di Alice Wiedel. Il partito tedesco sarebbe volentieri della partita. Ma né Viktor Orbàn né Marine Le Pen nè la Lega di Matteo Salvini hanno intenzione di allargare le maglie agli estremisti teutonici dopo la recente esclusione dal gruppo di Identica e Democrazia. L'esclusione che è seguita alle frasi sulle SS di Maximilian Krah, che si è anche dimesso dai vertici della formazione partitica. Afd dovrebbe dare vita a un ulteriore gruppo all'interno del Parlamento europeo. Lo stesso che potrebbe chiamarsi «I sovranisti». E che potrebbe coinvolgere i bulgari di «Rinascita», che non fanno troppo mistero di sostenere la causa dello «Zar». Il dialogo tra il gruppo orbaniano e quello di Afd è complicato. E questo anche a prescindere dalla presenza tra i «Patrioti per l'Europa» di salviniani e lepenisti. Un sostenitore di una semplificazione tra formazione di destra è Geert Wilders (foto), leader olandese del Pvv. Ma un'unione tra Ecr e Id non è all'ordine del giorno.

Va in ogni caso registrato l'ottimismo del vicepremier Salvini sulla possibilità che un gruppo faccia da sintesi a più anime presenti in Ue. «Da anni - ha fatto presente il vicepremier e segretario del Carroccio - la Lega lavora per coinvolgere il maggior numero di partiti che mirano a costruire un'Ue diversa, senza le sinistre che negli ultimi anni hanno distrutto l'Europa e indisponibili a sostenere Ursula Von der Leyen. Vogliamo allargare il più possibile il perimetro di un gruppo forte, patriottico, coeso e contrario a inciuci».

Il distinguo posto, in questo caso, è la disponibilità o meno a votare assieme a una maggioranza che preveda anche la presenza dei socialisti europei.

Un punto dirimente tanto quanto, però, la posizione sull'Ucraina. Altro tema sul quale la Lega, soprattutto con il costante sostegno espresso con i voti in Parlamento, è sempre stata molto chiara. E molto coerente con quanto promesso.

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