Inizia una settimana decisiva per i prossimi cinque anni di governo dell'Europa con un doppio voto che definirà il prossimo presidente dell'Europarlamento e della Commissione Ue, da domani a venerdì si terrà infatti a Strasburgo la plenaria con cui si avvierà ufficialmente la X legislatura europea. Si inizia domani mattina con il voto per il presidente del Parlamento Ue in cui appare sicura la riconferma di Roberta Metsola (tutti i partiti italiani dovrebbero essere orientati per il sì), nel pomeriggio verranno scelti i 14 vicepresidenti e tra gli italiani potrebbe essere rieletta l'europarlamentare del Pd Pina Picierno.
La giornata clou sarà però giovedì quando alle ore 13 si voterà a scrutinio segreto per la riconferma di Ursula Von der Leyen (nella foto) mentre alle 9 di mattina è previsto il suo discorso in cui illustrerà i piani per i prossimi cinque anni e la sua visione di Europa. Ad oggi lo scenario è quello di un voto favorevole da parte dei gruppi che già nella scorsa legislatura componevano la maggioranza Ursula ovvero i popolari del Ppe, i socialisti e i liberal di Renew (ad eccezione dei 6 componenti della delegazione irlandese). Sulla carta sarebbero sufficienti i loro voti per raggiungere la fatidica cifra di 361 seggi necessari alla rielezione della Von der Leyen ma c'è sempre il rischio dei franchi tiratori che vengono calcolati in una percentuale del 15%. Cinque anni fa, pur sulla carta avendo numeri migliori di quelli attuali fu necessario l'appoggio del Movimento Cinque Stelle, dei polacchi del Pis e degli ungheresi di Fidesz. Così la Von der Leyen si sta giocando in queste ore una doppia delicata partita per allargare il proprio consenso ai conservatori dell'Ecr e ai verdi. In entrambi i casi potrebbe trattarsi di una sorta di supporto esterno e non di un ingresso strutturale nella maggioranza europea a causa dei veti incrociati. Ad oggi l'indicazione per i conservatori dell'Ecr è la libertà di voto all'interno del gruppo e, se la delegazione dei polacchi del Pis (20 europarlamentari) è orientata a votare no, più complesso è il discorso per Fratelli d'Italia. «Al momento» la posizione del partito è che «non ci siano le condizioni per votare Ursula Von der Leyen» ma, dietro al concetto di «al momento», si aprono vari scenari. Domani è previsto l'incontro risolutivo tra la Von der Leyen e la delegazione dei conservatori in cui, come spiega il co-presidente dell'Ecr Nicola Procaccini, «lei esporrà il suo programma e noi esporremo le nostre richieste e proposte». «Io immagino precisa Procaccini che si debba tenere in conto che la prossima commissione UE sarà una commissione UE di centrodestra, perché i commissari sono espressi dai governi, che sono oggi in maggioranza di centrodestra».
Anche se il vero discrimine che sancirà l'appoggio o meno dei 24 europarlamentari di Fratelli d'Italia è l'esito della trattativa tra Giorgia Meloni e la stessa Von der Leyen per garantire all'Italia un commissario di peso in economia e la vicepresidenza della Commissione.
Il secondo nodo da sciogliere riguarda invece la posizione dei verdi. Ieri, intervenendo al Consiglio Federale Nazionale, il segretario dei verdi Angelo Bonelli ha dichiarato «un sì condizionato a vari punti» alla Von der Leyen. Tra le proposte, oltre «alla difesa delle politiche sul clima con un fondo sociale», c'è «il no all'ingresso in maggioranza sia dei Patrioti che di Ecr».
Il problema è che un ingresso dei verdi europei (che contano 53 europarlamentari) in maggioranza avrebbe un effetto boomerang facendo perdere il consenso delle componenti più di centrodestra del Ppe. Sicuro è invece il voto negativo del gruppo dei Patrioti e, come spiegato dal capo delegazione della Lega Paolo Borchia, «il voto è negativo non tanto sulla persona ma sul progetto politico».
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