Il consiglio utile

L a leptospirosi è una malattia piuttosto sottovalutata, a dispetto della sua gravità e della sua frequenza nel cane e nell'uomo. Il gatto, magico e divino, naturalmente è superiore a queste umane e canine miserie e non è recettivo alla malattia, quindi non ne soffre, forse perché la natura l'ha «programmato» per cacciare topi. Ed è proprio nei topi, come nelle nutrie ma anche nei ricci, che alberga il germe che causa la patologia, tanto che viene spesso popolarmente definita «la malattia dei topi», nel senso che il contatto con l'urina di roditori infetti può causare il contagio.

Per quanto riguarda l'uomo, i soggetti maggiormente a rischio sono i pescatori che si avventurano in acque basse e fangose dove abbondano roditori di varie specie che vi depongono l'urina. Se non calzano adeguati stivali, basta una piccola ferita che fa da porta d'entrata per il pericolosissimo germe.

Per quanto riguarda i cani, i più esposti sono i cani da caccia e, tra questi, quelli da riporto che frequentano le acque dove si posano anatre e trampolieri, oggetto della caccia alla selvaggina migratoria. Esistono numerosi ceppi di leptospire e, molti di questi, sono innocui, mentre ve ne sono almeno due che la fanno da padrone come fonte ella malattia. Naturalmente non sono solo i cani da caccia i soggetti a rischio, ma anche quelli «di città» che frequentano periferie, campi, fiumi e in generale zone dove la popolazione di roditori si è espansa.

La malattia, quando colpisce, è una faccenda molto seria, anche perché la diagnosi non è sempre immediata ma richiede esperienza e tempo. Per fortuna si tratta di malattia poco frequente, ma molto subdola. Nel cane febbre e sete smodata possono essere i primissimi sintomi accompagnati presto da stato di prostrazione e da un'urina di colore molto carico. I bersagli della leptospira sono spesso rene e fegato che vanno incontro a severe disfunzioni. Per fortuna oggigiorno ci sono diversi tipi di vaccini adatti ai cani più o meno a rischio.

Si tratta di una vaccinazione che andrebbe fatta almeno annualmente (anche ogni sei mesi nei cani a maggiore rischio) e può essere abbinata, senza alcun problema, alle altre vaccinazioni contro cimurro, epatite, rabbia e altre malattie che possono colpire il cane. Evitare, se possibile, zone notoriamente popolate di topi e pantegane.

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