Dopo la sconfitta al referendum del 4 dicembre, è iniziata per il Pd una fase di grande travaglio. La mai sopita ostilità per Renzi di una parte del gruppo dirigente ha visto manifestarsi una improvvisa accelerazione, con la messa in atto di una mini scissione. Il seguito attribuito sin qui ai Democratici e progressisti (il partito degli scissionisti) è molto contenuto attorno al 3% - e e proviene in parte da elettori che già prima non votavano Pd. Si è però manifestato anche un flusso di voti dal Pd verso l'astensione, determinato dalla delusione e dallo scoramento a causa della scissione. Nell'insieme, tuttavia, sino a una decina di giorni fa, il Pd aveva perso relativamente poco.
Ma da ultimo è emerso un fatto nuovo: lo scandalo legato alla vicenda Consip, che ha visto coinvolti, oltre all'imprenditore Romeo, il suo consulente Bocchino, Luca Lotti, ministro del Pd e molto vicino a Matteo Renzi e il padre dello stesso Renzi.
Senza entrare nel merito, ci interessa esaminare se il Pd possa subire un ulteriore calo di immagine e, di conseguenza, un corrispondente nuovo indebolimento sul piano elettorale.
Quest'ultimo scenario è quello che sembra essere prevalente nelle opinioni della maggioranza della popolazione, secondo un sondaggio svolto questa settimana dall'Istituto Eumetra Monterosa che ha intervistato un campione di cittadini di età superiore ai 17 anni.
Va detto subito, però, che non tutti gli italiani (intervistati) hanno seguito la vicenda. Quasi uno su quattro (24%), con una accentuazione tra i più giovani e gli operai, confessa di essersene disinteressato. Analizzando i risultati degli altri rispondenti, occorre poi sottolineare come la circostanza che il 22% dichiari che «se i fatti di cui si parla venissero dimostrati tutti veri, il Pd ne verrebbe danneggiato elettoralmente», appare piuttosto scontata e, anzi, forse sottovaluta addirittura l'impatto che un episodio del genere, se dimostrato, potrebbe avere sul seguito del partito.
Ma colpisce il fatto che una percentuale della stessa misura, pari dunque a più di un italiano su cinque, arrivi a sostenere che «il Pd verrà danneggiato anche se si dimostrasse che le imputazioni sono inconsistenti e non è vero niente». Ciò che corrisponde all'idea che, in questa fase, anche semplici accuse, che siano provate o meno, possono indebolire il partito.
Solo una minoranza (14%) ritiene che «anche se fosse dimostrato che è tutto vero, il Pd subirà elettoralmente danni minimi». E sono relativamente pochi (17%) anche coloro che ritengono che «se emergesse che non è vero niente, il Pd non subirà danni elettorali». Insomma, secondo gran parte dei cittadini, con una accentuazione tra gli impiegati e gli insegnanti, il Pd verrà comunque colpito dallo scandalo Consip.
Naturalmente, è di particolare interesse la posizione degli elettori del Pd intervistati. La maggioranza (anche se l'11% di costoro non ha seguito la vicenda) risulta convinta che in ogni caso il proprio partito non subirà danni elettorali a causa di questo episodio. Ma si tratta di una maggioranza assai contenuta (53%). Infatti, anche all'interno del partito di Renzi, più di un terzo (35%) teme un calo dei consensi. Tra questi, una quota rilevante (20%) arriva a preconizzare che, a causa della vicenda Consip, «il Pd perderà voti, anche se si dimostrasse che non è vero niente».
Per ora, si tratta di una profezia confermata dai fatti.
Infatti, secondo i sondaggi più recenti (media dell'ultima settimana) il seguito elettorale del Pd si è abbassato di qualche punto, sino a toccare il 27%. Ma solo le prossime settimane e l'auspicabile chiarirsi di tutta la vicenda - ci diranno se si tratta di un trend consolidato.
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