Consip, il primo condannato eccellente è un generale

Dieci mesi di carcere (pena sospesa) a Del Sette, imputato di rivelazione di segreto d'ufficio

Consip, il primo condannato eccellente è un generale

Dalla pletora di indagati della maxinchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, arriva la prima sonora sentenza. L'ex generale dei carabinieri Tullio Del Sette (amico di Matteo Renzi sin da quando era generale di brigata al comando della Legione carabinieri «Toscana» e da lui nominato comandante generale dell'Arma dei carabinieri nel 2014) è stato condannato a 10 mesi (con pena sospesa).

Il generale, per il quale la Procura aveva sollecitato una condanna a 1 anno e due mesi, è accusato di rivelazione del segreto di ufficio e favoreggiamento. I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche. Indagato insieme a lui un altro generale, Emanuele Saltalamacchia, nonché l'ex braccio destro di Matteo Renzi, Luca Lotti, accusati di aver fatto trapelare notizie riservate e aver inquinato, di proposito, le indagini sul grande appalto Fm4 da 2,7 miliardi di euro. Del Sette avrebbe informato, nel maggio del 2016 quando Renzi era presidente del Consiglio, Luigi Ferrara, all'epoca presidente della Centrale acquisti della pubblica amministrazione, dell'esistenza di un'inchiesta penale sul conto dell'imprenditore campano Alfredo Romeo, consigliandogli di essere cauto «nelle comunicazioni al telefono». «Sono sconcertato. Forse ho pestato i piedi a qualcuno commentò Del Sette -. So di aver fatto solo il mio dovere». I giudici del tribunale di Roma, però, hanno deciso di condannarlo in primo grado. Una sentenza con cui viene messa la prima pietra processuale sulla vicenda Consip.

Il caso Consip è esploso nel dicembre 2016. Tutto nasce dai pm di Napoli che indagano su un dirigente della Centrale acquisti della pubblica amministrazione accusato di aver favorito le società riconducibili all'imprenditore Alfredo Romeo in cambio di somme di denaro. Ma è solo il primo filone di un'inchiesta che arriva a toccare i massimi vertici della politica e delle istituzioni italiane, dall'ex ministro Lotti ai due generali. Il nome di Del Sette viene fatto agli inquirenti da Luigi Marroni, all'epoca amministratore delegato di Consip. Ferrara ha poi dichiarato che Del Sette gli disse «di stare attento agli incontri» che faceva «con gli imprenditori e in particolare con Romeo».

Una ricostruzione che il generale ha sempre negato. In un filone parallelo la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio anche per Tiziano Renzi, Denis Verdini (che sta scontando una condanna per un'altra vicenda) e altre 10 persone.

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