Milano. Pronto soccorso vuoti. Un'immagine potente, perché è proprio nelle corsie degli ospedali che si è consumata finora la «via crucis» dell'emergenza Covid, prima in Lombardia e poi nel resto del Paese.
Adesso quelle corsie sembrano tornare a svuotarsi. Era successo un anno fa ed è ciò che sta vedendo ora, dal suo punto di osservazione privilegiato, il primario di anestesia e rianimazione del San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo. Lo sta osservando in questi giorni e ieri lo ha scritto in un tweet: «Cari signori giornalisti, questa mattina il Pronto soccorso Covid del San Raffaele è vuoto. Vaccini, ricerca e soprattutto cure corrette e tempestive fanno la differenza».
Lo ha detto, Zangrillo, sapendo di porsi fuori da una «narrazione» che in quest'anno è riuscita a essere contemporaneamente ondivaga e costantemente cupa. Ed è appunto un approccio di ottimismo - o almeno di speranza - quello che ha evocato in questi termini da un avamposto di eccellenze ospedaliere, il San Raffaele, che non si è certo tirato indietro quando ha cominciato a infuriare la battaglia contro il Covid. Già un mese fa, in un'intervista al Giornale, Zangrillo aveva biasimato quella che ha definito «la irresponsabile tendenza alla drammatizzazione». E qualche giorno prima, una foto pubblicata dall'immunologo Roberto Burioni, li ritraeva insieme e giustamente senza mascherina, vaccinati entrambi.
Tre giorni fa poi, il primario ha inviato un messaggio di auguri speciale a Pierpaolo Sileri, che era chirurgo e professore di Medicina prima di diventare sottosegretario alla Salute. Proprio al San Raffaele, quel giorno era nato il secondogenito di Sileri, e Zangrillo ha pubblicato una foto in cui tiene la mano sulla spalla del collega: «La mia proposta - ha scritto - è quella di iniziare a contare i neonati».
Messaggi di speranza insomma, al posto del catastrofismo. E ieri, poche ore dopo il tweet, Zangrillo ha spiegato: «Il mio vuole essere un messaggio di grande ottimismo. Chi vive in ospedale ha dei parametri monitor che consentono di capire prima se il tempo volge al bello. E questi sono per esempio la tipologia di pazienti che giungono in Pronto soccorso: quando vedi che le forme gravi sono drasticamente diminuite, inizi a sperare che le cose vadano meglio».
Un secco invito alla prudenza è arrivato però da Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano: «Non mi piace contrappormi ai colleghi - ha replicato - sono stanco. Il professor Zangrillo fa egregiamente il rianimatore, ma meno l'epidemiologo o il virologo, e ha un altro approccio.
L' impressione è che questo tipo di messaggi non tenga conto di una serie di fenomeni che stiamo vedendo e sono sconcertanti». «Dobbiamo essere cauti anche se sta arrivando l'estate, - ha concluso - tantissimi non vaccinati sono in una fascia critica».
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