"Conte fuori luogo, Renzi riformista vero". ​Ecco perché passo con IV

La deputata Francesca Troiano, entrata alla Camera col M5S, ci spiega la sua scelta di passare ad Italia Viva

"Conte fuori luogo, Renzi riformista vero". ​Ecco perché passo con IV

“Ho scelto di aderire alla famiglia europea di Renew e, poi, ad Italia Viva perché li reputo i luoghi migliori dove sostenere l'Agenda Draghi e fare politiche riformiste”. Francesca Troiano, 36 anni, entrata alla Camera col M5S, spiega così la sua scelta di passare col partito di Matteo Renzi dopo un breve periodo trascorso nel gruppo misto.

Cosa l'ha colpita maggiormente di Italia Viva?

“Giovani, il riformismo e l'Europa. Italia Viva è il partito che meglio coniuga questi tre elementi. I Cinquestelle, che sono passati dai Verdi ai Liberali e, infine ai Socialisti europei, non hanno mai avuto un'idea chiara in quale direzione andare. Io, invece, partendo dal mio territotrio, un anno fa ho dato vita a un think tank che si chiama Generazione Europa e credo nel progetto di Renew”.

Ritiene dunque, che in Italia possa nascere un centro?

“Penso che il progetto di Renzi, a differenza di tutti gli altri, faccia sintesi. Non un centro che debba raggruppare tutto e il contrario di tutto, ma un centro liberale e riformista con idee chiare”.

Lei, però, era entrata in Parlamento col M5S che, su molti temi, ha visioni antitetiche rispetto a Italia Viva...

“Essere entrati in Parlamento con idee dirompenti che tenevano insieme tutto e il suo contrario, senza un pensiero strutturato, ha fatto emergere tutte le contraddizioni del M5S creando un tonfo sia nel primo sia nel secondo governo Conte. In questo contesto, il primo che parlava era quello che dettava la linea e spesso era anche il più estremista, specie sul tema della giustizia”.

Ma non ha mai pensato che ci potesse una svolta nel M5S?

“Avevo visto nel Movimento la possibilità di lavorare per il ceto medio, le partite Iva e le piccole e medie imprese, ma l'Italia ha bisogno di un pensiero strutturato liberal-popolare. Pensavo che questo potesse avvenire sotto la direzione di Luigi Di Maio, ma tutto questo non è avvenuto nemmeno con Conte. Sono stata nel M5S per 10 anni e la scelta di andarmene è maturata dopo quattro anni da parlamentare”.

Non ha creduto nella bontà del progetto contiano?

“Sono stata quattro anni nel M5S e ho atteso una chiarezza programmatica per capire dove si volesse andare. Ed è così che sono esplose una serie di contraddizioni prima con Di Maio e, ora, tra chi vuole continuare a sostenere il governo e chi vuole uscirne”.

Cosa pensa dell'attuale crisi tra Conte e Draghi?

“Credo che la crisi era sotto la cenere ma era anche evidente a tutti. Ora, in una situazione di emergenza geopolitica e pandemica come questa, mi sembra inopportuno, fuori luogo e non degno di un leader come Conte questo attacco strumentale al presidente Draghi”.

Perché ha seguito Renzi e non Di Maio che comunque si è professato europeista e filo-atlantista?

“Sono uscita dal M5S a metà aprile e da quel momento ho abbandonato del tutto il progetto che mi ha portato in Parlamento e persino nella formazione di Di Maio non vedo un pensiero strutturato sulle sue finalità politiche”.

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