Conte a Grillo: "Un padre dà la vita, non la morte"

L'ex premier risponde al comico e cita Casaleggio sr. "Siamo tornati agli ideali originari del movimento"

Conte a Grillo: "Un padre dà la vita, non la morte"
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Dai soldi all'eredità. Lo scontro nel M5s ormai è diventato una faccenda di padri e figli. A livello metaforico, ma anche nel senso letterale del termine. L'affondo, stavolta, arriva da Giuseppe Conte, in Emilia-Romagna per la campagna elettorale delle elezioni regionali. Il leader del Movimento risponde, a un giorno di distanza, al video pubblicato da Beppe Grillo, in cui il Garante ha rivendicato «il diritto all'estinzione» della sua creatura politica. La retorica è quella che vuole dipingere il fondatore come un padre-padrone, che crea e distrugge a suo piacimento. Del Saturno che divora i suoi figli. Ed ecco Conte. «Un padre ha il diritto a dar la vita, non a dare la morte ai figli. Quindi non esiste la possibilità che uno si arroghi il diritto, con prepotenza, di determinare l'estinzione. Oggi il Movimento è la comunità degli iscritti. Al di fuori di questo esistono concezioni padronali che non si giustificano per forze politiche». Contro Grillo Conte si gioca la carta del patriarca egoista, dell'autocrate che dice «dopo di me, il diluvio». D'altronde l'ex premier negli scorsi giorni aveva lanciato sul tavolo anche la fiche dell'altro padre dei Cinque Stelle. «Siamo di fronte a un processo di partecipazione democratica che riporta agli ideali originari di Casaleggio», aveva detto Conte, parlando dell'assemblea costituente del M5s, che vedrà il suo culmine nel weekend del 23 e 24 novembre. Pronta la reazione di Davide Casaleggio, l'erede del cofondatore del Movimento. Conte? «Credo che citi mio padre a sproposito, non ha niente a che fare con lui». Questa estate, il fondatore di Rousseau, aveva detto che il padre Gianroberto sarebbe stato «intristito» dalla parabola degli ormai ex grillini. Per poi sottolineare: «Del vecchio M5s è rimasto solo il nome».

Stoppato il contratto di Grillo, sicuro di avere dalla sua parte la base e i parlamentari, l'unica preoccupazione di Conte ruota proprio intorno al nome e al simbolo del partito. L'avvocato preferirebbe conservare l'emblema con le Cinque Stelle, magari con qualche modifica, ma senza stravolgere un brand che, secondo lui, può sedurre ancora una fetta considerevole di elettori. Perfino senza Grillo. Il Garante e il titolare della Casaleggio Associati, invece, hanno già invitato Conte a cambiare nome e simbolo, dando vita a un contenitore completamente diverso rispetto al passato. Queste due posizioni potrebbero scontrarsi in una battaglia legale, dispendiosa per il comico, ma che potrebbe essere anche portata avanti dall'imprenditore e guru della democrazia diretta. Con l'obiettivo di «congelare» il logo, in attesa di tempi migliori per tornare in politica.

Nel frattempo, Conte e i parlamentari, attendono la prossima mossa del comico. Che, nella sua Liguria, sta facendo votare per l'ex grillino Nicola Morra, candidato presidente della Regione per Uniti per la Costituzione. Un modo per pesarsi.

Contestualmente, Grillo sta preparando il suo ultimo show nelle vesti di Garante del M5s. Il fondatore potrebbe prendere la parola durante l'assemblea di novembre, lanciando un duro j'accuse contro Conte, «il mago di Oz» che avrebbe tradito il M5s. Ma il futuro dell'Elevato è un'incognita.

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