La strada del Consiglio europeo per Giuseppe Conte appare sempre più in salita. Le difficoltà dell'ultima nottata,con lo scontro durissimo tra Italia e Paesi Bassi, si sono confermate anche questa mattina. L'Olanda ha guidato il fronte dei Paesi che vogliono garanzie nei confronti delle proposte di riforma italiana. L'idea che Roma possa avere delle risorse ingenti senza passare per il veto dei singoli Stati europei non piace al governo olandese, che pretende la possibilità che un voto contrario in Ue possa bloccare l'accesso al Recovery. E questo duello tra Conte e Rutte è andato avanti per tutta la mattinata, con le fonti che fanno trapelare che il premier italiano avrebbe tenuto un discorso estremamente duro nei confronti dei "frugali" capeggiati dai Paesi Bassi.
Da Bruxelles, dove si tiene una due giorni che può decidere il futuro dell'Unione europea ma anche della strategia del governo giallorosso, filtra tutta la rabbia e la frustrazione del premier italiano che critica l'approccio "ben poco costruttivo" da parte dei "frugali" colpevoli di non avere consapevolezza del momento storico che sta attraversando l'Europa. E ha ribadito le sue idee sul fatto che siano inaccettabili i veti proposti dall'Olanda anche in chiave giuridica, oltre che politica. Un affondo cui ha seguito anche un nuovo atto d'accusa nei confronti dell'Aja: l'Italia è pronta a fare le riforme ma "pretenderà una seria politica fiscale comune, per affrontare una volta per tutte surplus commerciali e dumping fiscale e competere ad armi pari".
Lo scontro è aperto e Charles Michel prova a mediare. La sua proposta, con un Recovery da 750 miliardi di euro, ma che prevedrebbe 450 concessi sotto forma di prestiti e 300 come sovvenzioni piace all'Olanda. Rutte incasserebbe una nuova vittoria: il mantenimento dei rebate e la trattenuta del 20% su alcuni dazi doganali. La delegazione olandese ritiene che la "proposta sulla governance presentata da Michel è un serio passo nella giusta direzione". Ma quello che interessa di più a Rutte è quel "freno d'emergenza" proposto nella bozza dal presidente del Consiglio europeo: in pratica i versamenti erogati dalla Recovery and Resilience Facilty potrebbero essere bloccati senza il consenso di tutti i governi. Non è chiaro ancora la modalità con cui questo possa avvenire. Ed è proprio per questo che, mentre Rutte loda lo scenario previsto per questa opzione, Conte è preoccupato e, come spiegano fonti di governo, l'Italia potrebbe accettarla ma "dipende dalle modalità".
Tutto si deciderà nelle prossime 24 ore, anche se la bozza di Michel comincia a diventare una base solida su cui far ripartire i negoziati. Con la sessione plenaria che ha mostrato anche tutti i punti deboli dell'accordo, i segnali di speranza ora sono attesi dai mini vertici in forma "privata" voluti dai capi dell'Unione europea. Michel ha organizzato subito un incontro con i leader di Danimarca, Austria, Olanda, Finlandia, Svezia e con i capi di Stato e governo di Francia, Germania, Italia, Spagna e Portogallo. L'obiettivo è chiaro: far convergere le posizioni si Sud e Nord per giungere a un'intesa che metta la parola fine a uno dei negoziati più duri della storia recente d'Europa. Ci spera l'Ue ma ci spera soprattutto Conte, che se non riesce a far passare alcune delle sue richieste rischierebbe di tornare in patria con una sconfitta da far ingoiare non solo alla sua maggioranza, ma anche agli italiani. E su cui potrebbe giocarsi anche la permanenza sul trono di Palazzo Chigi. Lo confermano anche le parole del premier in un breve video inviato da Bruxelles durante una pausa dei lavori.
Conte ha ammesso dche il negoziato è in una "fase di stallo" e che "si sta rivelando molto complicato, più complicato del previsto", confermando pubblicamente lo scontro con i Paesi "frugali", in particolare con i Paesi Bassi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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