Conte scappa (ancora) dal Parlamento: "Si rischia una dittatura"

Non ci sarà alcun voto sull'informativa del premier in vista del Consiglio europeo di giovedì. Centrodestra all'attacco: "Venga a spiegare dove sono finiti gli aiuti promessi alle famiglie e alle imprese"

Conte scappa (ancora) dal Parlamento: "Si rischia una dittatura"

Come mai Giuseppe Conte ha così paura del Parlamento? Una domanda che si sta facendo la maggior parte degli italiani, che continua ad assistere a infinite fughe del presidente del Consiglio, probabilmente affascinato dalle passerelle in occasione degli Stati generali. Nella giornata di domani, mercoledì 17 giugno, il premier terrà al Senato un'informativa sul Consiglio europeo in videoconferenza previsto per giovedì. Va sottolineato: non si tratterà di una comunicazione, visto che in tal caso sarebbe stato possibile presentare delle risoluzioni. Una proposta - poi bocciata - che era stata avanzata dalle opposizioni, con gli interventi in Aula di Emma Bonino (+Europa), Massimiliano Romeo (Lega), Giovanbattista Fazzolari (Fratelli d'Italia), Paolo Romani (Cambiamo) e Anna Maria Bernini (Forza Italia).

La maggioranza in Assemblea ha respinto la richiesta in questione con 138 voti contro 119. Secondo il grillino Pietro Lorefice si tratta di un voto non necessario in questa fase: il senatore del Movimento 5 Stelle ha comunque assicurato che ci sarà prima del Consiglio europeo fissato all'inizio di luglio, quando si dovranno prendere delle decisioni rispetto alle quali il Parlamento darà al governo un relativo mandato. All'attacco è andata la Bonino, che ha accusato il governo giallorosso di essere fragile e di temere questa instabilità: "È una umiliazione della istituzione".

Centrodestra all'attacco

Ma durissime critiche sono arrivate soprattutto dal centrodestra. Massimiliano Romeo della Lega si è definito molto preoccupato e allarmato per la capacità dell'esecutivo di mortificare in questa maniera il Parlamento: "C'è il rischio di passare alla storia da democrazia parlamentare a una nuova forma di dittatura fatta solo di conferenza stampa, Dpcm e iniziative come gli Stati generali". Il capogruppo del Carroccio al Senato ha rivendicato la decisione di non partecipare agli Stati generali, da considerarsi una perdita di tempo che servirebbe esclusivamente a Conte per fare una bella figura davanti ai media: "Noi siamo stati costruttivi ma voi non volete l'opposizione perché non avete i numeri della maggioranza. Sembra di stare in un reality, invece vogliamo un atto di responsabilità".

Parole al veleno anche da parte di Fratelli d'Italia, che nella persona di Luca Ciriani - il presidente dei senatori - ha invitato l'avvocato a presentarsi in Parlamento per fornire serie spiegazioni: "Ci spieghi dove sono finiti gli aiuti promessi alle famiglie e alle imprese, e soprattutto perché dopo il disastro dell'Inps il presidente Tridico è ancora al suo posto". A definire inaccettabile il fatto che Conte si rifiuti di fare le normali comunicazioni con conseguente voto delle risoluzioni parlamentari in vista del prossimo Consiglio europeo è stato pure Giovanbattista Fazzolari, responsabile nazionale del programma di Fratelli d'Italia: "Il governo continua a scappare dal voto del Parlamento sul Mes. Pretendiamo di discutere in Parlamento con le regole di ingaggio stabilite dalla costituzione e dai regolamenti parlamentari, non con le regole del gioco decise da Conte e Casalino".

Il timore è che l'epilogo sia già scritto, con i grillini che sarebbero pronti a ingoiare il Meccanismo europeo di stabilità pur di salvare la poltrona: "Il M5S 'farà pippa' e passerà la linea del Pd e dei loro grandi burattinai europei per far accedere l'Italia al Mes, autentico cavallo di Troika di chi vuole mettere sotto tutela la nostra Nazione".

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