La caccia ai "responsabili" tra gruppo Misto e renziani, poi il colloquio al Quirinale nella mattinata di ieri. Giuseppe Conte - al centro dei feroci attacchi di Matteo Renzi - prova a incollarsi alla poltrona e a blindarsi, spiegando al Presidente della Repubblica la sua strategia per evitare una nuova crisi di governo.
Ma sarebbe proprio Sergio Mattarella a fissare dei paletti al premier e a lanciare il suo avvertimento. Se è vero che ci sono i numeri per "sostituire" Italia Viva e non rischiare di andare sotto soprattutto al Senato, è altrettanto vero che questo non basterebbe a tranquillizzare il Colle. Così - rivela Dagospia - il Capo dello Stato avrebbe detto a Conte che - sottolinea ancora il portale - "non gradirebbe la sostituzione di un partito con una pattuglia di senatori racimolata qua e là".
Dal Quirinale è poi trapelato "stupore" per le ricostruzioni giornalistiche "in cui, anche con virgolettati, si attribuiscono abusivamente intenzioni al Capo dello Stato riguardo alla situazione politica". Così come da Palazzo Chigi sono stati smentiti tutti i retroscena.
Eppure la crisi di governo - così come la nascita del famigerato "Conte ter" - sembra tutt'altro che sventata. E, per quanto i due contendenti al momento non lancino nuove stoccate, queste sono ore di "tregua armata". Da Italia Viva smentiscono l'uscita di senatori "tentati" da Conte. "Non abbandonerò Italia viva, e non mi risulta che ci siano parlamentari che intendono abbandonare", assicura il primo degli indiziati, Eugenio Comincini, al Corriere della Sera, "Non so chi metta in giro queste voci, ma posso assicurare che è soltanto un gossip senza fondamenta".
Del resto - dicono i renziani - al momento le "turbolenze" riguardano solo un tema ben specifico e circostritto: quello della prescrizione. Eppure le tensioni sembrano solo all'inizio e benché la riforma sia stata approvata in Consiglio dei ministri (disertato peraltro dai due ministri di Iv), i seguaci di Matteo Renzi sono pronti a dar battaglia in Parlamento. "Noi riteniamo che la riforma Bonafede su questa questione sia davvero un grave errore", ha ricordato Comincini bacchettando il Partito democratico, "E un tempo non eravamo gli unici a pensarla così: quando eravamo tutti del Partito democratico avevamo posto su questa legge una questione di costituzionalità".
"Dispiace quando, in un governo che dovrebbe lavorare in squadra, c'è una forza politica che si isola", ribatte il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede,
sempre al Corriere, "Non ci possono essere veti e chi li pone dovrebbe poi spiegare ai cittadini che sta bloccando una riforma fondamentale. Si lavora insieme, ci si confronta, ma la politica dei veti non serve agli italiani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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