Le riforme richieste dall'Ue? Conte vara un'altra task force

Il premier si affiderà all'ennesimo staff di esperti. Forza Italia all'attacco: "Il piano di rilancio va scritto in Parlamento"

Le riforme richieste dall'Ue? Conte vara un'altra task force

Alla fine sono stati trovati tutti gli accordi per il Recovery Fund: i leader dell'Unione europea hanno dato il via libera per acclamazione e hanno concluso con un lungo applauso un vertice che sembrava portare verso la strada del fallimento. Anche se non sono mancati momenti di altissima tensione, tra liti e pugni sbattuti sul tavolo, il piano straordinario da 750 miliardi di euro ha visto finalmente la luce: le sovvenzioni scendono a 390 miliardi; i prestiti salgono a 360. Grandissima soddisfazione è stata espressa da Giuseppe Conte, che in più occasioni ha dovuto alzare la voce contro il muro olandese: "Siamo soddisfatti. Abbiamo approvato piano di rilancio ambizioso. È un momento storico per l'Europa e per l'Italia".

Il premier, al termine dei 5 giorni e 4 notti di durissimo negoziato Ue, si è detto certo che il risultato ottenuto sarà sufficiente per consentire al nostro Paese di affrontare la crisi provocata dalla pandemia di Coronavirus con forza ed efficacia: "La visione e la determinazione con cui abbiamo perseguito questo obiettivo sono state premiate". Cogliendo l'occasione per ringraziare i ministri che lo hanno sostenuto e le forze di maggioranza e di opposizione, ha fatto sapere di essere riuscito a migliorare la situazione a favore dell'Italia: "Abbiamo conservato gli 81 miliardi di sussidi, e abbiamo notevolmente incrementato i prestiti da 91 a 127 miliardi". Ovvero 36 miliardi in più.

Nasce un'altra task force

È palese come il presidente del Consiglio abbia ormai preso gusto nel far nascere task force appena si presenta una golosa occasione: dopo i flop maturati nella gestione dell'emergenza Covid-19, il governo si affiderà all'ennesimo team di "esperti" che avrà il compito di redigere il piano nazionale di ripresa e di resilienza. "Sarà una delle priorità che andremo a definire in questi giorni, perché dovrà partire al più presto", ha spiegato. Ma l'annuncio ha provocato l'immediata reazione di Forza Italia che, nella persona della deputata Deborah Bergamini, ha rivolto un chiarissimo invito al capo dei giallorossi: "Il piano di rilancio lo si scrive in Parlamento!".

L'avvocato ha ammesso di avvertire un grandissimo senso di responsabilità, visto che non sarà ammesso alcun passo falso: l'Italia dovrà ripartire tra investimenti e riforme strutturali. E questa è da intendersi come una concreta possibilità "di raggiungere un'Italia più verde, più digitale, più innovativa, più sostenibile, più inclusiva, di investire nella scuola, nell'università, nella ricerca, nelle infrastrutture". Conte poi ha affermato con convinzione che l'approvazione di questo piano rafforzerà l'azione del governo italiano: "Ci permette di poterci fidare di consistenti risorse finanziarie per raggiungere quegli obiettivi che abbiamo già individuato e che ora andremo a declinare in modo concreto".

Infine ha ribadito che il Recovery Fund resta lo strumento prioritario per il Paese, che a suo giudizio prevede prestiti molto convenienti, molto consistenti, con una maturità lunghissima e pertanto molto vantaggiosi. Ma evidentemente le sue preoccupazioni, a causa delle infinite spaccature all'interno dell'esecutivo sul

608px;">Meccanismo europeo di stabilità, sono ben altre: "Spero che questo possa contribuire a distrarre l'attenzione morbosa che circonda il Mes".

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