Cosa ne sarà del Conte bis? "Per il premier si mette male"

Dopo l'uscita di Italia viva dalla maggioranza e l'apertura della crisi, per Conte si mette davvero male: "Per lui i margini di manovra si riducono molto"

Cosa ne sarà del Conte bis? "Per il premier si mette male"

Dopo settimane di incertezza il governo giallorosso è sprofondato nel baratro della crisi. Sino all’ultimo c’era chi scommetteva che Matteo Renzi stesse solo alzando la posta in gioco e alla fine non si sarebbe preso la responsabilità di aprire uno squarcio nel ventre del Paese. Adesso che i nodi sono venuti al pettine, bisogna capire cosa succederà. Gli scenari ventilati sin qui sono diversi. È possibile fare delle previsioni?

Le parole usate dal leader di Italia Viva per annunciare l’uscita dalla maggioranza, secondo il politologo Alessandro Campi, aiutano a sciogliere il rebus della crisi. "Renzi ha usato toni molto duri nei confronti di Conte, accusandolo di aver sfruttato la pandemia per accentrare in sé ogni potere. Proprio perché è stato così frontale e liquidatorio, è facile dedurre che ipotesi come il Conte ter, il rimpasto o un nuovo patto di maggioranza, sempre con Conte alla guida, siano venute meno". Gli scenari più probabili si riducono a due: "O un nuovo governo con questa maggioranza, che preveda un nuovo presidente del Consiglio, magari un esponente del Pd, oppure non resta che la soluzione istituzionale: un governo di larghe intese o di scopo che eviterebbe lo stallo".

Un governo, insomma, chiamato a gestire la pandemia ed i suoi effetti. Un governo solido, proprio come vorrebbe il Quirinale. La carta dei "responsabili", anche se adesso li chiamano "costruttori", non è comunque gradita al presidente Mattarella. "Ne nascerebbe una maggioranza fragile, esposta ai ricatti, invece – continua Campi – serve un governo che abbia consistenza e sostanza". "Conte ha cercato i responsabili, ma al di là del fatto che ci siano o meno, il capo dello Stato non li vuole: o la maggioranza si ricompatta alle condizioni di Renzi e si trova un nuovo presidente del Consiglio oppure rimane una sola alternativa, quella del governo di unità, dove tutte le forze politiche contribuiscano al buon governo del Paese".

E il ritorno alle urne? Per Campi sarebbe "l’ultima ratio". Uno scenario, quello del voto anticipato, che esclude anche il sondaggista Nicola Piepoli. "Il presidente della Repubblica deciderà per il bene del Paese, credo che cercherà di muovere meno carte possibili, valutando un Conte ter o scegliendo qualcuno che sia simile a Conte nel perimetro di questa maggioranza, sennò cercherà una persona al di sopra delle parti. Non credo in un ritorno alle urne perché sarebbe catastrofico".

Difficile stabilire chi uscirà rafforzato da questa mareggiata. "Di sicuro – annota Campi – Renzi ha riconquistato la centralità che aveva perso e credo che nell’ala più dura del Pd la sua mossa sia stata apprezzata, ha messo il premier con le spalle al muro e si è riposizionato". Il suo è un grande azzardo, forse l’ultimo se anche stavolta le cose non dovessero andare secondo i suoi desiderata. "Se invece Conte dovesse uscire di scena – osserva il politologo – Renzi avrebbe vinto una partita importante".

Secondo Piepoli tutto dipenderà dalla capacità di visione del premier e dei partiti di maggioranza, in particolare il Pd. Questa crisi potrebbe perfino rendere il governo più solido e lungimirante. "Nessuno per ora ne è uscito rafforzato, il problema – ragiona l’analista – è irrobustirsi adesso, proponendo idee specialmente nell’ambito degli investimenti pubblici e privati. In termini di gradimento il governo deve dimostrare di saper produrre ricchezza, è ciò che chiede il Paese".

Nel frattempo l’Italia rimane alla finestra e fatica a capirci qualcosa. "Quello che abbiamo riscontrato – ci spiega Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di Ipsos Italia – è lo sconcerto da parte delle persone, si fa fatica a capire perché in una situazione già critica sia stata aperta una crisi di governo". "Le argomentazioni di Renzi hanno logica e coerenza di fondo però bisogna capire se in prospettiva avranno presa sull’opinione pubblica dal punto di vista del merito".

"In casi del genere i protagonisti rafforzano il rapporto con il proprio elettorato, ma - continua il sondaggista – il vero interrogativo è dato dall’area grigia degli indecisi che sta esprimendo sorpresa e difficoltà a capire i motivi della crisi. Sono loro il vero ago della bilancia".

E mentre il centrodestra invoca compatto il ritorno al voto, Pagnoncelli invita a non dare nulla per scontato: "Il centrodestra oggi è in vantaggio, ma sarebbe un errore pensare che la partita sia chiusa perché c’è grande volatilità dei voti, il travaso avvenuto dalle politiche alle europee lo ha dimostrato".

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