Giuseppe Conte non molla la presa su Beppe Grillo e continua a parlare del M5s, in una nuova campagna elettorale interna, in vista del bis della votazione chiesto dal Garante. E allora, ancora all'attacco. «Grillo ha chiesto di rivotare, sulla base di una vecchia norma del vecchio statuto che ha difeso con le unghie e con i denti quando abbiamo deciso di cambiarlo: ha esercitato questa facoltà e noi rispondiamo con una votazione che faremo al più presto. Sono sicuro che la comunità che ha già dimostrato tanta voglia di partecipazione risponderà anche questa volta a tono», spiega Conte a Il Rosso e Il Nero, su Rai Radio 1. È lo stesso Conte a confermare che in vista della rivotazione, prevista tra il 5 e l'8 dicembre, è in corso una vera e propria sfida tra i contiani e i grillini. Con questi ultimi che hanno avviato una vera e propria campagna per il non voto. «Alcuni seguaci di Grillo stanno boicottando la votazione, stanno invitando al non voto: è la contraddizione massima del M5s che è nato per favorire la partecipazione dei cittadini», dice ancora il leader del Movimento. «Faccio un appello a coloro che sono incazzati neri: non cancellatevi dal M5s perché la vostra presenza aumenta il montante da cui partire per fare il quorum. Ovviamente gettate il telefonino in quei giorni, non votate», conferma Danilo Toninelli, in prima linea per Grillo. Mentre Davide Casaleggio definisce «una caduta di stile» il boato della platea di «Nova» dopo l'eliminazione del Garante. Intanto Conte riunisce il consiglio nazionale per tre ore e si prepara al secondo round. «Grande determinazione e la volontà di rispondere con un'ulteriore dimostrazione di democrazia a chi vuole ammanettare la libertà della comunità», fanno sapere i contiani alla fine della riunione. «Torniamo a votare serenamente», dice Conte a Cinque Minuti, su Rai 1, mentre rinnova la volontà di non procedere a una controversia legale sulla clausola che permette a Grillo di ripetere il voto.
Ed ecco, dunque, i prossimi passaggi della sfida tra Conte e Grillo. Tra dieci giorni circa si rivoteranno i quesiti dello Statuto, impugnati da Grillo. Se il quorum venisse superato, l'ex premier avrebbe vinto di nuovo. In caso di un clamoroso rovescio a favore di Grillo, allora si aprirebbero scenari inediti. Il primo? La creazione di un nuovo partito da parte di Conte. Ma il vero cuore della battaglia sarà sull'uso del simbolo dei Cinque Stelle. «Il simbolo appartiene al M5s, non è di Grillo e non è neppure di Conte», sostiene l'ex premier. Che, a Cinque Minuti su Rai 1, precisa: «Assolutamente escludo che venga messo il nome Giuseppe Conte sul simbolo». «Il nome non cambierà finché vorranno gli iscritti», dice ancora a Porta a Porta. Ma è proprio l'emblema con le Cinque Stelle l'obiettivo finale del Garante defenestrato.
«Beppe vuole costringere Conte a fare il suo partito con il suo simbolo, dimostrando a tutti che Conte non vale niente senza il suo logo», è il ragionamento di Grillo, riportato dai «movimentisti». Il simbolo? «Meglio in un museo, Conte lo cambi», chiosa Casaleggio. E il M5s? «Più mandati che elettori», dice il guru.
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