Il contratto tra M5s e Lega non reggerà

Il contratto tra M5s e Lega non reggerà

Il luogo comune dilaga, nelle chiacchiere da bar l'inattualità della distinzione tra destra e sinistra in politica ha preso il posto del superamento delle mezze stagioni in meteorologia. Vera, forse, la seconda. Ma sulla prima gravano seri dubbi. Davvero lo storico discrimine tra i due emisferi parlamentari, discrimine che presuppone una opposta concezione della natura umana e del vivere civile, davvero quella precisa distinzione in uso sin dalla Rivoluzione francese ha perso di senso ed è stata superata dalla modernità?

Stiamo percorrendo, come direbbe Giulio Tremonti, un tornante della Storia. Il ruolo degli Stati, l'ordine geopolitico, le dinamiche democratiche, i valori di riferimento, le forme sociali e familiari: tutto sta, in effetti, cambiando. Un vecchio ordine va a morire, un nuovo ordine nascerà. Si affermano, perciò, forze politiche nuove che per massimizzare il proprio consenso teorizzano la fine delle storiche categorie di destra e di sinistra. Lo teorizza anche Matteo Salvini, pur essendo la Lega il più vecchio tra i partiti in parlamento. Lo teorizza anche Matteo Salvini, pure se di tanto in tanto biasima i danni prodotti dai governi «di sinistra». Ebbene, è una balla. Come usa dire oggi, una fake news. Destra e sinistra esistono ancora ed è questa una delle principali ragioni per cui il governo gialloverde stenta a decollare e la maggioranza a coagularsi. Poi, certo, ci sono molte sinistre, come ci sono molte destre. Ma è difficile negare che la Lega sia un partito di destra e il Movimento 5 stelle un partito di sinistra. Sulla libertà di impresa come sullo stato sociale, sulle tasse come sulle opere pubbliche, sulla ricchezza come sulla povertà, sull'immigrazione come sulla sicurezza, sulla giustizia come sull'uguaglianza, sui diritti come sui doveri, sulla famiglia come sulle droghe, sul concetto di politica come su quello di forza... la differenza c'è. Emerge poco, ma c'è. Emerge poco perché il governo è nato dichiaratamente come incontro tra diversi e ad oggi entrambi i sottoscrittori del «contratto» hanno scelto di sacrificare parte della propria sia pure immatura identità sull'antico altare del potere. La Lega, a differenza di quel che si dice, più dei Cinque stelle. È per questo che non può durare.

È per questo che è ragionevole ritenere che con un qualche nobile pretesto il contratto di governo verrà denunciato e che, rientrati nel proprio perimetro naturale, i due partiti potranno completare la costruzione della propria identità per poi finalmente passare dalla propaganda alla Politica. Quella, come diceva Francesco Cossiga, con la «P» maiuscola.

Andrea Cangini, senatore di Forza Italia

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