Rula Jebreal torna all'attacco e lo fa facendo leva sul vittimismo. L'attacco sferrato a Giorgia Meloni utilizzando suo padre non è passato inosservato. Un'azione inqualificabile da parte della giornalista, che ha ricevuto il biasimo anche dagli schieramenti di sinistra. Il padre di Giorgia Meloni è morto da diversi anni ma lei, da quando è ragazzina, ha interrotto ogni rapporto con lui, così come hanno fatto anche sua madre e sua sorella. Questo non ha impedito a Rula Jebreal di toccare il fondo con un attacco vigliacco: "Durante la sua campagna elettorale, Giorgia Meloni, il nuovo primo ministro italiano, ha promosso un video di stupro in cui si afferma che i richiedenti asilo sono criminali che vogliono sostituire i cristiani bianchi. Ironia della sorte, il padre di Meloni è un famigerato trafficante di droga/criminale condannato che ha scontato una pena in una prigione". Oggi che in tanti la accusano di essere stata scorretta, sottolineandole che questo non è il modo corretto di fare politica, e nemmeno giornalismo, lei chiama in ballo presunti attacchi razzisti contro la sua persona.
"Il giorno dopo che Meloni ha minacciato di farmi causa per un tweet, i media hanno lanciato un assalto razzista, islamofobo e misogino", ha scritto la giornalista su Twitter. Non paga, ha poi aggiunto: "I facilitatori della coalizione di estrema destra sono forze moderate, che hanno normalizzato una coalizione essenzialmente xenofoba, razzista e autoritaria. Incitamento sfacciato". Facile capire quale sia ora il suo obiettivo, ossia spostare l'attenzione da ciò che ha detto e che ha causato grande clamore mediatico, portando l'attenzione su eventuali attacchi che avrebbe ricevuto, in modo tale da fomentare lei stessa le frange più estreme della sinistra contro Giorgia Meloni.
La leader di Fratelli d'Italia, per altro, ha dichiarato di voler portare in giudizio Rula Jebreal non tanto per quanto detto sul padre ma per averle attribuito frasi che lei sostiene di non aver detto. Una decisione legittima da parte di Giorgia Meloni, così come di qualunque altro cittadino a prescindere dalla sua posizione sociale e politica, che la giornalista ha ulteriormente cercato di strumentalizzare nella giornata di venerdì, quando si è esibita in un altor tweet dai toni quanto meno inopportuni: "Tutti gli autocrati usano tali minacce per intimidire e mettere a tacere coloro che li richiamano e li espongono. Sig.ra Meloni: Non mi faccio intimidire".
Dev'essere frustrante, per una come lei sempre abituata ad agire dietro il cappello della stampa buonista e politicamente corretta di stampo democratico, non ricevere protezione e dover schivare da sola ciò che arriva in conseguenza a un'affermazione scomposta come quella che ha generato il caos mediatico.
Infatti, anche da sinistra in tanti le hanno fatto notare di aver commesso un errore e lei, invece di chiedere scusa, continua con esternazioni che non meriterebbero nemmeno ulteriori commenti, se non fossero di così elevata gravità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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