Il governo conservatore inglese vuole approvare una legge per la quale i sussidi di disoccupazione giovanile siano garantiti solo ai giovanotti che si sottopongano a tre settimane di scuola professionale nei boot camps . La traduzione italiana letteraria sarebbe: «riformatori», o se preferite, «campi di addestramento reclute». Il principio è semplice: i contribuenti pagano sussidi solo per chi veramente non ce la fa. E non per i fannulloni, che non hanno alcuna intenzione di lavorare. Più che sacrosanto: è un concetto che è alla base del welfare state . E cioè quello di aiutare i più deboli e non già i più sfaticati e furbi.
Proviamo ad immaginare cosa accadrebbe in Italia se un politico proponesse qualcosa di simile. Per prima cosa i cosiddetti opinionisti. Gli stessi che parlano di emergenza disoccupazione giovanile, sbandierando il dato del 41 per cento. Immaginiamo i titoli: Ecco i giovani Balilla di Renzi, o di Berlusconi. I sindacati organizzerebbero uno sciopero nazionale al Circo Massimo. In cui dal palco si alternerebbero cantanti miliardari, rapper tatuati, professori dei Cobas e leader del Visconti di Roma o del Parini di Milano. Gli studenti universitari indirebbero subito assemblee permanenti, con megafoni e ciclostili. Sarebbe subito creato un hashtag su Twitter del genere #illavorononéuncampodiconcentramento. Forse un po' troppo lungo. Ma i nostri twittaroli sono maghi nel trovare qualcosa di più sexy.
Associazioni di genitori, cattoliche, laiche, onlus e parrocchie si mobiliterebbero per flash mob davanti ai centri di formazione obbligatoria. I comitati di quartiere farebbero il diavolo a quattro per non voler veder ospitati i giovani senza lavoro. Al premio Strega vincerebbe un romanzetto sulla storia sconvolgente di un calabrese deportato in un campo in Val d'Aosta. I reporter più agguerriti sarebbero alla caccia del primo caso di maltrattamento.
E la giustizia? Farebbe il suo corso. Si parte con i ricorsi al Tar delle mamme, poi quello di Trefiletti. E finalmente si metterebbe la pietra tombale con la Suprema corte, quella Costituzionale. La legge viola il sacrosanto diritto a ricevere un sussidio perché non si vuole fare nulla.
Sì, tutto questo avverrebbe in Italia se un premier facesse come Cameron. Ma in Italia ciò non potrebbe mai avvenire.
Il sussidio ai nostri sfaccendati non lo dà lo Stato: ma la paghetta dei genitori o dei nonni, con la pensione che magari hanno intascato a quarant'anni. E per quello, come sappiamo, non c'è campo di addestramento che tenga. Se non un bel riformatorio ai nostri politici che alcuni lustri fa hanno speso quello che non potevano, senza chiederci il permesso.
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