Strage di Corinaldo: tutti assolti con formula piena perché «il fatto non sussiste». «Non è giustizia», urlano i parenti delle vittime, 5 ragazzini e una mamma 39enne che aveva accompagnato la figlia al concerto del rapper Sfera Ebbasta alla discoteca Lanterna Azzurra. Assolti in primo grado dalle accuse più gravi, omicidio colposo plurimo e disastro colposo, i 9 imputati tra i quali il gestore della discoteca, Quinto Cecchini, l'ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, Francesco Galli dell'Asur, il perito Massimiliano Bruni, il vigile urbano Stefano Martelli e Massimo Sanna del Suap. Sott'accusa le carenze nella sicurezza del locale e le procedure per le autorizzazioni. Condanne minori, tutte con la sospensione condizionale, per gli stessi imputati escluso Cecchini, accusati di reati legati ai permessi richiesti dalla società Magic che gestiva la discoteca. A questi, condannati dal Tribunale di Ancona a un anno di reclusione con la condizionale, si aggiungono il vigile del fuoco Rodolfo Milani (un anno e due mesi) e l'ingegnere Francesco Tarsi (4 mesi). Rigettata la richiesta di risarcimento danni alle famiglie delle vittime. Oltre 5 ore di camera di consiglio per la giudice Francesca Pizii che ha emesso sentenze per il solo reato di falso. Di contro la pubblica accusa aveva chiesto oltre mezzo secolo di carcere. In sostanza il processo bis, dopo la condanna dei responsabili del fuggi fuggi generale che ha provocato il crollo di un ponte, si è incentrato sulle misure di sicurezza della discoteca e dei permessi. Alla sbarra il gestore, sei componenti la commissione comunale per gli spettacoli e due consulenti.
È la notte fra il 7 e l'8 dicembre 2018 quando un gruppo di giovani spacciatori spruzza spray al peperoncino per razziare le catenine ai ragazzi ammassati al concerto. Si scatena il panico e in massa si precipitano verso l'uscita facendo crollare una balaustra. Sotto le macerie, pressati da decine di corpi, muoiono 5 ragazzini, Asia Nasoni ed Emma Fabini di 14 anni, Benedetta Vitali e Mattia Orlandi di 15 anni, Daniele Pongetti, 16 anni, ed Eleonora Girolimini di 39 anni. I feriti sono 120. Per i medici legali le vittime sono morte per lo schiacciamento successivo al crollo del ponticello esterno al locale. «Sfiducia nella giustizia? Siamo affidati a un Paese che tollera queste cose - si sfoga Francesco Vitali, fratello di Benedetta -. Mia sorella è morta perché dei ragazzi hanno spruzzato lo spray al peperoncino, ma questi lo hanno spruzzato in altre milioni di discoteche e non è mai morto nessuno».
«Giustizia non è stata fatta - dice Paolo Curi, marito di Eleonora Girolimini-. Certe persone restano scomode da condannare. Per una cosa del genere non servivano due anni. Sono rimasto solo con 4 figli, mi hanno cambiato la vita e loro se la cavano così».
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