“Ma cosa vuole che le dica? È una cazzata”. Non va proprio giù a storici e critici d’arte l’idea del presidente della Camera Laura Boldrini di cancellare la scritta Mussolini dall’obelisco del Foro Italico.“Quella lì cosa si è messa in testa di essere? La regina d’Italia? Non merita neppure la mia opinione”, ha commentato duramente lo storico Arrigo Petacco raggiunto telefonicamente dal giornale.it.
“Meglio se cancella la sua carta d’identità”, ha esordito lo storico d’arte Vittorio Sgarbi che ha invitato la Boldrini a dimettersi: “Non è degna della carica di Presidente e non ho tempo da perdere con questa imbecille”. Il suo collega Philippe Daverio ha considerato l’idea “in linea con la politica dell’Isis che tende a cancellare la storia” e ha condannato la “damnatio memoriae” del presidente della Camera. “Un conto è se, immediatamente dopo la caduta del comunismo si butta giù la statua di Stalin, ma oggi nessuno si permetterebbe di togliere la statua di Luigi XIV da piazza della Vittoria a Parigi in nome della Repubblica. Ormai la rivoluzione francese è finita da secoli”. L’autore di “canale Mussolini” Antonio Pennacchi si è limitato a suggerire di “cancellare anche il nome di Nerone dai libri di storia”.
Anche il popolo dei social network si è divertito con commenti dello stesso tenore. Su Twitter Antonella Scutiero ha scritto: “Comunque nel Colosseo ci ammazzavano i cristiani, secondo il ragionamento della #Boldrini dovremmo abbatterlo”, Giorgio Gaias, invece, allerta chi vive in provincia di Roma: “Un avviso agli abitanti di: Latina, Pomezia, Sabaudia, Aprilia, Pontinia e Guidonia, iniziate a migrare. #Boldrini”. Anche il comico @Pinucciotwit ha espresso un’opinione molto critica: “Boldrini: "È ora di togliere la scritta Mussolini Dux dall'obelisco del Foro Italico"cancellare qualcosa è una azione fascista (Mia suocera)”. Su Facebook è invece nata una pagina che promuove l’evento: “Selfie sotto l’obelisco, ciao Boldrì” programmato polemicamente per il 25 aprile, giorno della Liberazione. Anche dal mondo politico arriva una voce di inaspettato dissenso da parte del presidente del Pd Matteo Orfini che, interpellato da Omniroma, ha affermato:” "Noi siamo un Paese antifascista, i principi della lotta antifascista sono scritti nella nostra Costituzione.
Non abbiamo bisogno di cancellare la nostra memoria, seppur a tratti drammatica. Credo che la ‘damnatio memoriae’ sia un elemento di debolezza e non di forza da parte di chi la esercita". E anche questa volta le parole della Boldrini hanno riscosso un grande (in)successo.
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