Coronavirus, la rivelazione: "Gli aiuti di Putin? Non grazie a Conte"

La Lombardia riceve materiale medico e esperti da Mosca. La telefonata tra Putin e Conte. Ma un deputato tedesco spiega: "Ho chiesto aiuto alla Russia..."

Coronavirus, la rivelazione: "Gli aiuti di Putin? Non grazie a Conte"

Non poteva mica mancare, Luigi Di Maio. A Pratica di Mare, quando il primo degli aerei russi è atterrato con un carico di materiale sanitario, lui era lì a presenziare all’atterraggio. "Questo dimostra che l’Italia non è sola", ha esultato radiante il grillino. "Questo è stato possibile grazie all’amicizia coltivata con altri Paesi, tra cui la Federazione russa". All’interno dei nove Antonov, orgoglio dell'Armata Rossa, Mosca ha caricato “macchinari per la sanificazione dei trasporti e del territorio”, oltre che laboratori mobili, mascherine, tute protettive, tamponi e otto brigate di dottori specializzati. A bordo anche 100 ventilatori, pepite d’oro per un sistema sanitario sotto sforzo e che ogni giorno è costretto ad intubare sempre più pazienti in difficoltà respiratoria.

Il soccorso di Putin è arrivato forse inatteso a Palazzo Chigi. Sabato pomeriggio squilla il telefono di Giuseppe Conte e dall’altra parte della cornetta c’è Vladimir Putin. La chiamata è "focalizzata integralmente sull’emergenza coronavirus", di altro non si potrebbe certo parlare, e lo zar ne approfitta per esprimere solidarietà, ma sopratutto "ampio sostegno da parte russa" al Belpaese martoriato. Poco dopo Putin dà il via libera all’intervento medico in favore dell’Italia. L’accordo è stato siglato la stessa sera dai due ministri della Difesa, Serghei Shoigu e Lorenzo Guerini, e nel giro di 24 ore il primo volo cargo aveva già toccato terra.

Se Di Maio rivendica “l’amicizia” intrattenuta dall’Italia con la Russia, non è detto che il merito sia del governo e dei suoi ministri. Il giorno precedente la conversazione tra Conte e Putin, infatti, un appello diretto a Mosca era arrivato dall’Italia tramite Berlino. A rivelarlo è il deputato federale tedesco, Ulrich Oehme, secondo cui "la leadership russa" ha risposto a una sua "richiesta d’aiuto" inviata al deputato russo Leonid Slutsky in una lettera personale. "Oggi nel gruppo dei conservatori europei di WhatsApp, il membro del Consiglio d'Europa della Lega Nord, Paolo Grimoldi - ha scritto nella missiva il deputato dell’Afd - si è rivolto a noi con un disperato grido di aiuto. La situazione degli ospedali in Lombardia è estremamente critica. I medici sono urgentemente necessari. Per questo motivo, vorrei chiederti di verificare se la Federazione Russa può aiutare le persone in Lombardia con medici e ventilatori. Ho appena telefonato al signor Grimoldi a riguardo. È entusiasta della mia idea di parlarti di aiuto”. Una lettera simile è stata indirizzata anche al presentatore tv Roman Babayan.

"Non è tempo di appendersi medaglie al petto - dice Grimoldi - perché ognuno di noi in questo momento deve fare la sua parte per aiutare i nostri ospedali. Fatta questa premessa allego questa testimonianza del deputato tedesco Ulrich Oehme che dimostra come la richiesta, pressante, di aiuto sanitario alla Russia, che ha portato all’invio in Lombardia di medici russi e materiale per i nostri ospedali, sia partita dal sottoscritto.

Lo scorso 10 marzo attraverso una chat whatsapp ho girato la richiesta della Lombardia al deputato Oehme che a sua volta tramite il deputato russo Leonid Slutsky l’ha fatta arrivare direttamente a Vladimir Putin in persona, che si è subito attivato richiamando Oehme". Grimoldi si dice fiero di essere riuscito “a portare un aiuto un aiuto concreto per gli ospedali lombardi. Noi, non il Governo, così, giusto per essere chiari... “.

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