Ma il cortocircuito ha fatto andare in tilt i giornali

La notizia dell'estrema destra che attenta alla leader Fdi omessa o minimizzata

Ma il cortocircuito ha fatto andare in tilt i giornali
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Cortocircuito è quando Giorgia Meloni deve prendere le distanze dal fascismo perché altrimenti il fascismo, a distanza ravvicinata, rischia di centrarla in pieno. Cortocircuito è Repubblica, ieri, col titolo «il fascismo non è morto, teniamo alta la guardia» dove il sindaco di Bologna richiama «l'attenzione sul pericolo del revisionismo e dell'estremismo di destra», citando solo i «giornalisti sotto scorta» come se gli obiettivi fisici di «Werwolf» fossero loro, non Giorgia Meloni, una che forse ha ispirato i nuovi fascismi al raffinato fine di farsi sparare.

Concita De Gregorio, sempre su Repubblica, nella pagina dopo, scrutava intanto gli sfigati di «Werwolf» con la «curiosità infantile» di chi giudica l'effetto di un fucile dagli arredi della «cameretta» di chi vuole usarlo, come se il terrorismo serio avesse gli arredi della Spectre, come se il terrorismo moderno non fosse intriso dello squallore dei «lupi solitari» che pure Repubblica citava nel titolo della stessa pagina, assieme ai «contatti con Jihadisti» e al «reclutamento sul web» che accomuna gli sfigatissimi (ma veri) attentati di questo secolo; così come esteticamente e culturalmente era uno sfigato (così pare) quell'oscuro nazionalista che sparando agli Asburgo diede inizio alla Prima guerra mondiale, ed era drammaticamente disadorna persino la sede milanese delle Br di via Monte Nevoso (in un palazzo in stile fascista-razionalista, orrore) in uso ai brigatisti quando rapirono Aldo Moro. Cortocircuito sarebbe anche andarsi a rivedere le camerette degli assassini di Charlie Hebdo, oppure è Repubblica che ancora titolava, ieri, «Uccidiamo la premier» e non metteva una foto della Premier ma ne metteva una di Mussolini, cortocircuito era La Stampa che non aveva neppure la notizia in prima pagina ma l'aveva piazzata a pagina 16, col titolo «Neonazi all'italiana» e ampio rilievo alla partecipazione di «un ex concorrente della Corrida», come se «affittare una stanza davanti al Parlamento e sparare dall'alto» non fosse alla portata di attentatori da karaoke, sfigati come un qualsiasi Anders Breivik che uscendo dalla sua cameretta ne fece fuori soltanto 77. Cortocircuito è il Fatto quotidiano (foto) che non ha completamente dato la notizia (la giudiziaria non è il loro core business) con la Verità che invece la notizia l'ha nascosta a pagina 15, in basso (eppure hanno perquisito anche un ex consigliere comunale No Vax) più altri giornali che non l'hanno proprio data, la notizia, non perché l'abbiano bucata come si dice in gergo, ma perché forse non era importante. Deve averlo pensato anche il Quotidiano nazionale, che pure ha dedicato l'intera pagina 3 a un «femminicidio» sventato: ma Giorgia Meloni non c'entrava.

Perdonati anche i primi della classe del Corriere della sera, che hanno titolato come la notizia meritava («Volevano uccidere la premier»,

«Traditrice, dobbiamo spararle») ma niente foto neanche per lei, forse perché una sua foto l'avevano già piazzata nella pagina successiva con raffigurato Viktor Orban che le fa il baciamano: e quello sì che è pericoloso.

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