Accolgienza senza condizioni, predicavano cooperative e Caritas. Lo hanno detto e ripetuto i rappresentanti locali, quelli nazionali e anche i Vescovi. Monsignor Galantino, tra un attacco e l'altro alle forze di centrodestra che si oppongono all'immigrazione di massa, ha invitato le sue parrocchie e tutte le istituzioni ad accogliere chiunque approdi in Italia, senza fare distinzioni. E a chi accusa la Chiesa di averla resa un'attività remunerativa ha sempre risposto: "Una banalità spaventosa. Vengano a dare un’occhiata: Noi ci arrangiamo, tiriamo fuori soldi di tasca nostra e nessuno ci guadagna". Ma sembra non essere così. A Biella, infatti, cooperative sociali e Caritas hanno lasciato alla porta 13 pakistani che non portavano con loro la dote dei 35 euro che lo Stato assicura a chi ospita i profughi sbarcati a Lampedusa.
Difficile crederci, ma è così. Senza il rimborso, non c'è accoglienza. Succede che a Biella i pakistani in questione siano arrivati attraverso le vie che passano dall'Ungheria. Quindi non sono scesi in Sicilia dove, dopo lo sbarco, vengono fotosegnalati e smistati nei centri di accoglienza. Giunti in città si sono rivolti alla questura per ottenere l'ospitalità che in molti predicano e in pochi si prodigano a fare gratuitamente. Gli uffici del questore hanno consegnato loro un foglio che ne registra la domanda per entrare nel sistema degli Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), ma che non gli assicura né il posto nei centri di accoglienza, né la dote dei 35 euro.
Nell'attesa che la loro richiesta venga esaminata, nessuno si è preso a cuore la loro situazione. Sono andati al dormitorio comunale gestito dalla Caritas, dove la risposta è stata secca e al tempo stesso glaciale: qui non c'è posto, trovate un'altra soluzione. "Predicano l'accolgienza e poi se ne infischiano - dice a ilgiornale.it Giacomo Moscarola, capogruppo della Ln a Biella - questi signori dormono nel parco da una settimana. Quando non ci sono i soldi di mezzo, i campioni dell'accoglienza se ne lavano le mani".
Ieri sera il capogruppo, insieme al deputato leghista Roberto Simonetti, si è recato nei giardini pubblici diventati la casa dei pakistani. "La Caritas e le cooperative fanno solo business - continua Moscarola - in una città amministrata dal Pd ci siamo mossi noi della Lega per preoccuparci di queste persone: o le rimandi a casa o gli trovi una sistemazione, non puoi lasciarli per strada. Sembra paradossale, ma l'accoglienza gratuita non è nelle corde di chi predica bene e fa l'esatto contrario".
Secondo quanto raccontato agli esponenti della Lega e alla polizia che ieri si è recata sul posto, i 13 immigrati stanno fuggendo da zone di guerra e al momento non hanno creato problemi alla sicurezza. Anche se per il decoro della città avere persone che vivono e bivaccano in un parco non è certo positivo. "C'è anche da capire per quale motivo, e come, siano arrivati a Biella - si chiede Mascarola - mi viene da pensare che ci sia un traffico o qualche organizzazione che gli fornisce le informazioni per giungere fin qui".
Biella ospita già 350 profughi su una popolazione di 150.000 abitanti. "Tanti, troppi - continua Moscarola - le strutture sono al collasso". La prefettura invece ha appena emesso un bando per la gestione di ulteriori 50 migranti. Le associazioni che gestiscono l'accoglienza sono alla ricerca di strutture dove ospitare questi ulteriori 50 immigrati "certificati". Per i 13 pakistani, invece, nessuno si è mosso.
Solo dopo la denuncia a mezzo stampa della situazione dei pakistani, il Comune ha cercato di trovare una sistemazione alternativa. "È stata trovata una soluzione alla situazione dei nove migranti pakistani che dormivano accampati ai giardini Zumaglini", ha scritto su Facebook il sindaco di Biella Marco Cavicchioli. E una nota del comune precisa che "Da stasera, grazie anche all'azione della Caritas, tutti avranno un luogo caldo e sicuro in cui dormire". Nel frattempo è iniziato il trasferimento dei profughi al Santuario di Oropa a 12 km da Biella.
"Il dormitorio di Biella ha 16 posti maschili - precisa Daniele Albanese, referente della Caritas di Biella - da pochi mesi ampliato a carico della Caritas fino a 20. Attualmente sono tutti occupati". Il Regolamento del dormitorio che avrebbe rifiutato ospitalità ai pakistani prevede che per i non residenti in Italia il periodo di permanenza sia di massimo 30 giorni. Alla fine del periodo si possono ripresentare e se sono disponibili posti possono entrare, altrimenti no. "Lunedì c'erano 3 persone in lista di attesa - continua Albanese - tre pachistani ai quali erano scaduti i giorni di permanenza". Non c'erano posti disponibili, quindi sono stati lasciati alla porta. Ma sarebbe un problema di strutture, non di soldi. "La Caritas per questa accoglienza non prende denari pubblici - aggiunge Albanese - Non gestiamo accoglienza dell'emergenza". Un gruppo di migranti era quindi giorni che dormiva all'aperto, mentre tra ieri e l'altro ieri sono arrivate gli altri pachistani, costretti a soggiornare una notte sotto gli alberi del parco.
Ora il Comune di Biella ha messo a disposizione un mediatore,
mentre la Caritas le risorse e il santuario i locali. Ma il problema non è risolto, perché stanno arrivando altre persone e non ci sono luoghi a disposizione. Al santuario di Oropa la disponibilità già finita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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