Così Marina Berlusconi replica a Repubblica: "L'amore di figlia non acceca"

La primogenita del leader di Forza Italia risponde all'articolo di Francesco Merlo pubblicato sulle colonne di Repubblica

Così Marina Berlusconi replica a Repubblica: "L'amore di figlia non acceca"

A pagina trenta di Repubblica di oggi fa capolino la rubrica "La carezza" di Francesco Merlo. Titolo di giornata? "Quelle figlie guardiane dallo sguardo un po' miope". Nello svolgimento, la penna di Rep parla così del rapporto padri-figlie: "Si dice che alle figlie femmine arrivino l'intelligenza e il carattere del padre e che persino fisicamente le femmine somiglino al papà e i maschi alla mamma. Non credo che si tratti di pregiudizi di genere. Sicuramente ai padri fa piacere vedere nella propria figlia se stesso addolcito e ingentilito dalla grazia. E capita spesso in Italia che le figlie femmine, specie se hanno un padre di qualità smodate, ne diventino le custodi in vita e, dopo la morte, anche le guardiane della memoria". È qui che la firma del quotidiano diretto da Carlo Verdelli fa esempi illustri: Bettino e Stefania Craxi, Silvio e Marina Berlusconi. E altri.

Merlo scrive: "Lo dico pensando non solo a Stefania Craxi che, come si è visto in questi giorni, difende il padre come qualsiasi padre sogna di essere difeso dalla figlia, ma anche a Marina Berlusconi, che da tempo porta sulle spalle papà Silvio come Enea portò Anchise". A seguire, nelle ultime righe del pezzo, l'affondo: "Le occhiute e cocciute figlie-guardiane rischiano infatti di impedire o solo di rallentare la verità storica su uomini che appartengono all'Italia e non a loro. Anche perché guardandoli troppo da vicino le figlie vedono male i padri per i quali stravedono".

La primogenita del fondatore e leader di Forza Italia ha voluto replicare all'articolo con una lettera che è stata resa nota oggi. In risposta alla rubrica di Merlo, la presidente di Fininvest e di Mondadori scrive: "Egregio Direttore, nella sua rubrica odierna Francesco Merlo, con un garbo e un rispetto di cui gli do atto, legge in modo a mio avviso opposto alla realtà il fenomeno di quelle che il titolo definisce 'figlie guardiane dallo sguardo un po' miope'. In sostanza, Merlo contesta ad un lungo elenco di figlie di padri celebri, fra cui la sottoscritta, un eccesso di amore che, accecandole, condizionerebbe inesorabilmente la loro difesa militante dei padri".

Quindi si legge: "Naturalmente non posso che parlare per me, anche se apprezzo le battaglie di almeno alcune delle donne citate, a cominciare da Stefania Craxi. La cui instancabile attività a tutela della memoria del padre mi pare abbia un ruolo di primo piano nella riconsiderazione del giudizio su Bettino Craxi cui (era ora) stiamo assistendo". E continua così: "Perché il punto è proprio questo: è sicuro Merlo che l'amore di una figlia accechi più dell'odio a testa bassa dell'avversario politico? Lo ripeto, sto parlando per me. Ma conoscendo molto da vicino mio padre, l'uomo che è, l’energia e la generosità con cui ha affrontato i problemi del Paese, conoscendo tutto questo ho potuto soppesare bene, senza mi pare eccessive miopie, quanto assurdi fossero e siano gli attacchi contro di lui, quanto lontane dal vero le valutazioni sul suo agire politico, quanto persecutorie e strumentali certe inchieste della magistratura".

La missiva di Marina Berlusconi prosegue con queste parole: "È chiaro, Silvio Berlusconi non ha bisogno di me per reagire a queste manovre, lo ha fatto e lo fa continuando a battersi come un leone. Altro che Anchise sulle spalle di Enea! Ma da figlia non posso non ribellarmi di fronte a tanta infamia, a tanta menzogna. E non credo, per usare le parole di Merlo, che il mio comportamento rischi 'di impedire o solo di rallentare la verità storica'. Il desiderio che mi anima è esattamente l'opposto: quello - lo sostengo senza alcuna velleità e presunzione - di dare il mio piccolo, piccolissimo contributo perché verità e storia non camminino più su strade divergenti, perché la verità storica cominci finalmente ad essere letta senza le lenti deformanti del pregiudizio e dell'odio".

In conclusione, la lettera di Marina Berlusconi chiosa così: "Devo dire che, al di là delle 'figlie guardiane', certi giudizi politici mi pare inizino a riscoprire un poco di obiettività, mi pare che a fronte di un

desolante presente anche molti avversari inizino a rendersi conto dei meriti di chi da più di vent'anni si impegna per cercare di migliorare le cose in questo Paese. Dopo tanti veleni, sarebbe un bel passo avanti".

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