I tagli per le pensioni rischiano di dare vita ad alcune storture sui ricalcoli degli assegni. Di fatto a segnalare alcune anomalie che potrebbero nascere dalle sforbiciate è il giuslavorista Giuliano Cazzola. In post sul suo blog sull'HuffPost, Cazzola da voce a chi potrebbe subire un taglio sull'assegno pur essendo costretto ad anticipare la propria uscita dal lavoro. Chiariamo questo punto: il sistema su cui potrebbe basarsi la sforbiciata sugli assegni di fatto innesca alcune penalizzazioni per ogni anno di anticipo sull'età prevista per chi percepisce un assegno superiore ai 4500 euro netti.
E Cazzola cita un caso molto specifico che riguarda un dipendente dell'Inps: "L'Inps si avvale legittimamente di una normativa – citata nella lettera – che consente alle amministrazioni pubbliche di collocare a riposo i propri dipendenti quando essi abbiano maturato (come nel nostro caso) i requisiti per il pensionamento di vecchiaia anticipata (che in generale è un'opzione non un obbligo)". Presto detto. Il dipendente in questione con una lettera ricevuta dall'ente ha dovuto lasciare il lavoro a 65 anni e non a 66 anni e 7 mesi.
Un anticipo che nel caso in cui percepisse un assegno superiore ai 4500 euro, potrebbe procurargli una penalizzazione sull'assegno contro la sua volontà. È probabile che il testo in discussione in Commissione verrà limato su alcuni punti. Ma resta il rischio che chi va via in anticipo per volere del datore di lavoro, rischia la sforbiciata sull'assegno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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