La pandemia accelera in Africa e l'Oms lancia l'allarme. «Sono molto preoccupato per il fatto che cominciamo a vedere un'accelerazione della malattia in Africa - ha dichiarato Michael Ryan, direttore esecutivo del programma per le emergenze sanitarie dell'Oms - Dobbiamo prenderla tutti sul serio e mostrare solidarietà» ai 47 Paesi africani nei quali, secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie del continente, si sono registrati 736.288 contagi, di cui 391.898 con ricovero e 15.418 decessi.
Solidarietà che certo non manca da parte dell'Italia che però sembra non avere inteso la raccomandazione che bisogna agire con cautela. Così il governo, se ha chiuso gli aeroporti a chi proviene dai Paesi più colpiti, si ostina a mantenere i porti spalancati, ignorando l'avvertimento dell'Oms che teme che l'impennata dei casi in Sud Africa possa essere «precursore» per focolai in tutto il Continente. Come dire, solidarietà a senso unico, perché da tempo la chiedono gli italiani che vorrebbero maggiori rassicurazioni, non certo a parole ma con i fatti, riguardo la loro salute e a seguire l'economia, che non reggerebbe a un altro lockdown.
I casi di migranti positivi giunti sulle nostre coste ha creato fibrillazione ovunque. La gente ha paura ed è arrabbiata, perché si sente impotente dinanzi alla politica di accoglienza a tutti i costi confermata dal governo. Ai casi già accertati di migranti positivi al Covid19, se ne aggiungono altri 36 in Basilicata, dove già ne erano stati individuati 3. Sono migranti arrivati dalla Sicilia. A fare salire la tensione alle stelle sono anche le notizie di fuga di migranti, molti ancora in quarantena. La speranza per gli italiani è sempre l'ultima a morire, ma intanto campa cavallo e gli sbarchi proseguono. Anche ieri sono sbarcati nel sud Sardegna 19 algerini che sono stati destinati al centro di Monastir per la quarantena e a Lampedusa sono arrivati 179 tunisini: 102 all'alba a bordo di 6 barchini che sono stati raggiunti dalle nostre forze e fatti sbarcare al molo, e poi altri 4 natanti con 71 tunisini. L'hotspot dell'isola è nuovamente stracolmo con oltre 200 ospiti, in barba alle rassicurazioni del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese che aveva garantito che «sulla base di una programmazione progressivamente aggiornata» si sarebbe provveduto allo svuotamento dell'hotspot. È un'utopia se non si decide di intervenire in maniera incisiva sul fenomeno migratorio, a meno che il numero uno del Viminale non si riferisse ai trasferimenti di migranti su terraferma per garantire il turnover nell'hotspot dell'isola.
Intanto la guerra dichiarata dal sindaco di Messina Cateno De Luca al Viminale entra nel vivo con l'annullamento da parte del prefetto Maria Carmela Librizzi dell'ordinanza di chiusura dell'hotspot, che il sindaco aveva emanato dopo la fuga di 24 migranti. De Luca è stato convocato per oggi dal prefetto che avoca a sé la competenza di provvedimenti in materia di immigrazione e si dice disposta a un confronto.
«Non entro nel merito dell'annullamento perché non c'entrano le competenze del sindaco e non sto a sindacare su appalti e servizi per l'hotspot, pretendo solo che questa struttura venga chiusa perché è abusiva e crea problemi di ordine pubblico e sanitario», commenta il sindaco. Il prefetto, dal canto suo, parla di «interlocuzioni dirette» con il ministero dell'Interno riguardo a «una rivalutazione dei requisiti di adeguatezza dell'hotspot».
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