"Covid mutato in estate ora è più contagioso". Idea lockdown periodici

La conferma degli studi: virus più pervasivo. Gli esperti: "Chiudere una settimana al mese"

"Covid mutato in estate ora è più contagioso". Idea lockdown periodici

Coronavirus più «pervasivo» oggi rispetto alla prima ondata. Per il virologo dell'università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, la diffusione di Sars-CoV-2 è «molto ampia e peggiore della prima volta: lo vedo nel contesto in cui vivo e lavoro, tra i familiari e gli amici: la probabilità di cadere nell'infezione è generalizzata».

Pregliasco ribadisce che «la famiglia diventa un elemento moltiplicatore, proprio perché si abbassano per forza di cose le difese».

Ipotesi rilanciata in uno studio pubblicato sulla rivista mBIO, condotto da un gruppo di scienziati dell'Università del Texas ad Austin e dello Houston Methodist Hospital. In circolazione in Europa e in particolare in Italia in questo momento ci sarebbe una mutazione di SARS-CoV-2, chiamata D614G, molto più contagiosa, ma non più aggressiva rispetto al ceppo precedente.

Lo studio ha coinvolto oltre cinquemila pazienti e in questo modo è stata elaborata una mappa 3D delle mutazioni della proteina spike. Questo ha permesso di misurare la stabilità della proteina e osservare il modo in cui avviene il legame tra recettore delle cellule ospiti e anticorpi neutralizzanti.

Anche in un altro studio pubblicato sono state osservate oltre 28mila sequenze genomiche rilevando così che le varianti con la mutazione D614G sono diventate dominanti a livello globale in meno di un mese.

Anche nel Regno Unito hanno osservato oltre 25mila sequenze genomiche scoprendo che la mutazione D614G si trasmette più velocemente rispetto a quelle diffuse inizialmente e che la variazione genetica sembra anche associata a gruppi di infezione più estesi.

Come rallentarne la diffusione? Per alcuni esperti sarebbe una buona idea istituire lockdown a cadenza periodica: ad esempio una settimana di lockdown al mese.

Questa la proposta dell' immunologa dell'Università di Padova Antonella Viola, scettica sulla serrata nazionale. Per la Viola si dovrebbe intervenire sui singoli territori.

E per la Viola non avrebbe senso isolare a casa gli over 70. «Al pronto soccorso arrivano pazienti di ogni fascia d'età. Non possiamo far circolare liberamente il virus negli altri e tenere chiuso chi ha più di 70 anni», sostiene l'esperta.

Inutile poi chiudere prima le attività commerciali perché, aggiunge «fa solo accalcare le persone negli orari di apertura ed è una decisione punitiva verso i cittadini che già non possono uscire per una passeggiata».

E anche Pregliasco si dice favorevole a lockdown programmati, con cadenza periodica, che potrebbero aiutare il sistema a decongestionarsi.

«Un andamento periodico ben venga, è un elemento da tenere in conto, modulandolo in modo rapido rispetto all'evoluzione della situazione», osserva Pregliasco.

Sull'isolamento selettivo degli anziani è favorevole invece Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità.

«Nessuno vuole limitare o penalizzare gli anziani - spiega -, ma il ragionamento è quello di tutelarli più degli altri e dedicare loro maggiore attenzione. Ho invocato una sorta di patto generazionale in cui chi è più giovane dovrebbe essere più attento a tutelare chi è fragile. Il Paese ha bisogno delle persone anziane», osserva Locatelli.

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