Covid, Renzi si raffredda nel "processo" a Conte

Al via la commissione d'inchiesta presieduta da Lisei (Fdi). Italia viva rinuncia alle cariche e al voto

Covid, Renzi si raffredda nel "processo" a Conte
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Italia Viva batte in ritirata e offre a Giuseppe Conte una tregua politica sulla commissione d'inchiesta Covid. É il frutto della trattativa, intavolata da Matteo Renzi, per portare (con la benedizione del M5s) Iv nel campo largo. Il rottamatore, dopo aver picchiato duro contro l'ex premier grillino, accusato di una gestione opaca durante la pandemia, fa melina alla prima seduta della commissione. Imponendo alla sua fedelissima, Raffaella Paita, capogruppo Iv al Senato, di rinunciare alla vicepresidenza della commissione. Una mossa che serve a dare un segnale ai nuovi alleati del campo largo. Eppure Renzi minacciava di non fare sconti al capo dei Cinque stelle: «Vogliamo la verità sui soldati russi in Italia, sui ventilatori cinesi malfunzionamenti, sulle maxi provvigioni delle mascherine» scriveva il senatore Iv sul profilo X.

Oggi la renziana Paita è morbida: «Ho scelto di rifiutare la vicepresidenza perchè ritengo che spetti al partito di opposizione maggiormente rappresentato, il Pd». Fiume di miele per i democratici che invece hanno deciso di disertare la prima seduta della commissione. Dopo mesi di rinvii e ostruzionismo, la commissione parte. Il meloniano Marco Lisei, senatore Fdi molto vicino al viceministro Galeazzo Bignami, è stato eletto presidente. Votazione alla quale non ha preso parte Iv, allineandosi alla scelta di Pd, Avs, Azione e M5s. Missione chiara per il neopresidente Lisei: «I lavori devono partire, c'è una legge istitutiva della commissione e ci sono le famiglie di 200mila morti che aspettano delle risposte. I lavori partiranno questa settimana al di là delle diverse posizioni politiche». L'esponente Fdi fissa anche una road map. L'azzurro Stefano Benigni sarà segretario mentre l'altra vicepresidenza è stata assegnata al meloniano Francesco Ciancitto. La commissione indirizzerà le verifiche sull'operato dell'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte nei due anni di pandemia.

Il leader grillino, che sarà componente della commissione, sbrocca: «Credo che la commissione sia stata male impostata, non si fa un'inchiesta seria se si tengono fuori le Regioni che hanno avuto la grande parte in questa emergenza pandemica. É una commissione contro di me, per mettermi in difficoltà. È una presa in giro degli italiani, ma siccome noi del M5S abbiamo rispetto delle istituzioni e io non ho nulla da nascondere, sono qui per dare comunque un contributo nell'interesse generale affinché cose del genere non succedano più, per non ritrovarci ancora una volta impreparati in un futuro che non ci auguriamo».

Il capogruppo Fdi alla Camera Tommaso Foti chiede di «fare luce sulle tante zone d'ombra della pandemia».

Insofferente è invece il professore Andrea Crisanti, senatore del Pd: «Un monumento alla disinformazione. Questa commissione non ha né le competenze tecniche né l'autorevolezza e la credibilità per giungere a nessuna conclusione». La commissione inizierà ad accendere i riflettori su molti punti oscuri.

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