Avanti con l'effetto green pass sulla campagna vaccinale. Si assottiglia il numero di chi ha aspettato fino all'ultimo per prenotare la prima dose, mentre a chi non lo ha ancora fatto e non vuole perdere lo stipendio non rimane che andare in farmacia ogni 48 ore per il tampone. Oppure darsi malato. Il numero delle certificazioni emesse in coincidenza con l'entrata in vigore dell'obbligo per i lavoratori ha toccato un nuovo record: sono stati scaricati 867.039 green pass (653.827 quelli da tampone; 208.831 quelli da vaccinazione; 4.381 quelli da guarigione).
Le vaccinazioni hanno ripreso vigore. L'ultimo aggiornamento della struttura commissariale contava 69mila prime somministrazioni effettuate solo venerdì. Circa 10mila in più rispetto allo stesso giorno della scorsa settimana. Il generale Francesco Paolo Figliuolo è più che soddisfatto: «Abbiamo superato 87,3 milioni di inoculazioni e abbiamo l'85,41% dei cittadini che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Sono dati importanti che ci fanno guardare con ancora più ottimismo al futuro del Paese». Mentre 43,74 milioni di persone, pari all'81% della popolazione, hanno completato il ciclo vaccinale. Restano però, ed è una stima per difetto, oltre 3 milioni di lavoratori ancora non vaccinati. Adesso l'obbligo di green pass per lavorare sta dando nuovo impulso alla campagna vaccinale pescando nel bacino dei ritardatari e degli indecisi, mentre i No vax più convinti sono disposti a pagarsi due test antigenici a settimana (o un molecolare ogni 72 ore) pur di non immunizzarsi. Le farmacie sono prese d'assalto. Anche se per ora non sono state segnalate criticità, presto potrebbero sorgere problemi di approvvigionamento. Per la Cgia di Mestre già domani i nodi potrebbero venire al pettine. «Lunedì due milioni di lavoratori non potranno recarsi in fabbrica o in ufficio perché impossibilitati a farsi il tampone per ottenere il green pass. Purtroppo, le farmacie e le strutture pubbliche/private dedicate a questo servizio non sono in grado di compiere giornalmente un numero di test sufficienti per coprire la domanda. Lavoratori che, loro malgrado, saranno costretti a rimanere a casa senza retribuzione». Con l'arrivo dell'obbligo di green pass le farmacie sono sottoposte ad un notevole stress, passando dai 300mila tamponi del 13 ottobre ai 600mila del giorno dopo, la vigilia delle nuove regole. Da Federfarma nei giorni scorsi erano arrivate rassicurazioni: «Al momento i tamponi non mancano». Ma certo se il boom di richieste continuerà qualche difficoltà potrebbe esserci. In realtà si spera nell'effetto inverso sui tamponi, che nelle prossime settimane dovrebbero diminuire man mano che gli «irriducibili» si convinceranno a prenotare la prima dose. I farmacisti sono fiduciosi che avvenga. «Oggi sono in campo 10mila farmacie che fanno in media circa 20 tamponi a testa: questo numero può aumentare anche del 50%, così come può essere incrementato il numero di tamponi effettuati dai laboratori. È chiaro che se non aumenteranno i vaccinati, dei problemi per i test potrebbero presentarsi. Ma facciamo affidamento sul fatto che sempre più cittadini comprendano che la vaccinazione è sicura ed è l'unica strada per sconfiggere il Covid», spiega ai microfoni di Radio Anch'io il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Andrea Mandelli.
Del resto è soltanto grazie ai vaccini che riusciamo a vedere la fine del tunnel.
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