Un sit in davanti a Palazzo Chigi con tanto di maxi-lettera consegnata simbolicamente da Giorgia Meloni e dai parlamentari del partito da lei guidato al premier Mario Draghi per lanciare la proposta "se mi chiudi non mi chiedi". È stata questa l’iniziativa con la quale FdI è scesa in campo a fianco di cittadini e imprenditori duramente colpiti dalla crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria e che ora potrebbero ricevere un ulteriore colpo dall’arrivo delle cartelle esattoriali.
Come ha rivendicato la Meloni la manifestazione è stata indetta per chiedere "una pace fiscale reale, non possono chiedere alle aziende che stanno chiudendo i battenti per le misure decise dal governo di saldare le cartelle esattoriali". "C'è posta per Draghi – ha affermato ancora la Meloni - è una busta simbolica, rappresenta le cartelle esattoriali che non possono essere chieste ad aziende costrette a chiudere per l'emergenza. Come si fa a chiedere agli italiani di pagarle mentre migliaia di aziende chiudono i battenti? Se mi chiudi non mi chiedi, appunto...".
Un altro maxi cartello ricalca il tipico atto di notifica dell'Agenzia delle Entrate e presenta la scritta "Chi pagherà per tutto questo?" e riporta in rosso i "conti economici" dell’emergenza sanitaria, ovvero "440mila occupati in meno nel 2020 di cui 209mila autonomi; -8,9% di Pil pari a 140 miliardi di prodotto interno lordo perso; 320 miliardi di fatturato perso da imprese e partite Iva; oltre 300mila imprese perse nel 2020 nel solo settore del commercio e dei servizi".
La situazione, fotografata dai numeri, è grave. Secondo la leader di FdI la norma del dl sostegni sulle cartelle esattoriali con il condono per gli anni 2000-2010 per le cartelle fiscali con un tetto fino a 5mila euro "è una presa in giro, un pannicello caldo" e la misura è lontana “anni luce dalla pace fiscale che avevamo chiesto, noi faremo emendamenti e chiediamo a Draghi di valutare con serenità le nostre proposte, non finiamo di devastare l'economia italiana".
La stessa Meloni, però, ha promesso atti concreti tanto che ha già annunciato che verranno presentati emendamenti al decreto elaborati per chiedere che lo Stato non chieda i pagamenti delle cartelle esattoriali a tutte le attività a cui ha chiesto di restare chiuse in questi
mesi di pandemia. “Noi porteremo avanti la nostra battaglia, presenteremo i nostri emendamenti. 'Se chiudi non chiedi’ è il messaggio che deve passare e che oggi consegniamo al governo", ha concluso la Meloni.
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