Mes? No grazie. Meglio far pagare la patrimoniale agli italiani e l’Imu alla Chiesa. Parola di Beppe Grillo che con un lungo post dal titolo evocativo "La Mes è finita" pubblicato sul suo blog prova a mettere la parola fine al dibattito interno sul fondo Salva-Stati dopo le polemiche all’interno del Movimento e alla lettera ai vertici dei parlamentari pentastellati contrari anche alla riforma europea di questo strumento.
Il comico e garante dei pentastellati, che stavolta si è firmato "Giuseppe Rag. Grillo", torna in scena per discutere di temi concreti e, richiamandosi alle parole del premier Giuseppe Conte, ha bocciato seccamente il Meccanismo europeo di stabilità ponendo, invece, sul tavolo altre due questioni. "Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato. A farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che 'disponiamo già di tantissime risorse, fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc.., e dobbiamo saperle spendere", ha esordito Grillo. Il garante del M5s ha sottolineato che il punto fondamentale non è legato ai soldi "che sembrano esserci, ma come e dove usarli".
Grillo ha così lanciato due proposte alternative, ampiamente dettagliate, al Mes. La prima è quella di far pagare "l'Imu e l'Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa" mentre la seconda "una patrimoniale ai super ricchi". "Se sommate - sintetizza - le due proposte, porterebbero nel biennio 2021/2022 all'incirca 25 miliardi di euro subito spendibili e liberi da vincoli di rientro". Entrate che sostituirebbero i fondi del Mes che, come Grillo ricorda, "convenienti o meno, sempre debito sono. Un debito che ormai ammonta a oltre 150 miliardi e che, prima o poi, dovrà essere ripagato dalle vere vittime morali di tutta questa storia. I giovani e le nuove generazioni".
Il comico poi è entrato più nello specifico ricordando la sentenza della Corte di giustizia europea del novembre del 2018 che ha stabilito che lo Stato italiano deve riscuotere l'Ici non versata dalla Chiesa Cattolica tra il 2006 e il 2011 "in virtù di una deroga concessa dal governo Berlusconi, successivamente ritenuta irregolare". Grillo, dopo un elenco delle varie proprietà in possesso della Chiesa nel nostro Paese, ha spiegato che è giusto che tali beni presenti sul territorio nazionale, abbiano la stessa tassazione a cui sono sottoposti anche tutti gli altri immobili di proprietà di privati cittadini. Sulla questione avrebbe dovuto agire il governo Conte I ma ad ostacolare il tutto fu la Lega "con la sua ostentazione di crocefissi e rosari, non intendeva mettersi 'contro” la Chiesa”. Nel pagamento di tali tasse il Garante del M5s non vede un atto vessatorio bensì un’opportunità vista la delicata situazione e la crisi economica provocata dal coronavirus. "Per quanto ancora il ministero dell'Economia - incalza ancora Grillo - può continuare ad infischiarsene della sentenza dell'Unione Europea?".
Poi nel post Grillo apre il capitolo patrimoniale. Il garante del M5s non ha nascosto la sua soddisfazione sullo stop alla proposta presentata dai dem e dagli alleati di Leu in merito alla tassazione. "Da giorni ormai rimbalza sui social come sui giornali l'ombra nefasta dell'avvento di una patrimoniale sui beni mobili e immobili degli italiani. La proposta presentata da Leu e Pd e subito bocciata dalla commissione Bilancio della Camera che l'ha definita 'inammissibile’ prevedeva un'aliquota progressiva minima dello 0,2% sui patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Ma, fortunatamente, non è passata e quindi capitolo chiuso”, ha spiegato Grillo.
Quest’ultimo, però, non è contrario alla patrimoniale tanto che ha avanzato l’idea di una tassazione solo per i più abbienti. "E se per una volta- ha proseguito- invece che sovraccaricare di tasse la classe media che sta lentamente scomparendo, si procedesse a tassare soltanto i patrimoni degli italiani più ricchi?". Grillo, per rimarcare il suo pensiero, ha snocciolato alcuni dati: "Nel nostro Paese, secondo l'ultimo rapporto sulla ricchezza globale del Credit Suisse, ci sono 2.774 cittadini con un patrimonio personale superiore a 50 milioni di euro; se sommati, i loro patrimoni, ammonterebbero addirittura a circa 280 miliardi. Secondo la prestigiosa rivista Forbes, che tutti gli anni si preoccupa di stilare le sue consuete classifiche dei Paperoni in giro per il mondo, in Italia ci sono altre 40 persone miliardarie o multimiliardarie”.
In considerazione di tutto ciò il garante del Movimento si chiede se non sia più equo rivolgersi a queste persone "piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario?”. Le entrate per l’Erario sarebbero ingenti ed immediate e non danneggerebbero gran parte degli italiani. Secondo Grillo, infatti, un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un'entrata per le casse dello Stato "poco superiore ai 6 miliardi". Ma lo stesso Grillo ipotizza anche un altro scenario: un contributo del 3% dato dai multimiliardari "potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori".
Per Grillo una patrimoniale così concepita, significherebbe per le casse dello Stato un'entrata garantita di almeno 10 miliardi di euro per il primo anno "e di ulteriori 10 se la misura venisse confermata anche per il 2022". Il sasso è stato lanciato. Ora non resta che aspettare per vedere se le acque nella maggioranza diverranno agitate.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.