Era l'ultima chance per lui. Così, quando i medici gli hanno prospettato la possibilità di trapiantargli il cuore di un maiale geneticamente modificato, un'operazione mai tentata prima e dall'esito incerto, non ha esitato. E ora Davide Bennett, un americano di 57 anni ricoverato all'ospedale di Baltimora per una grave malattia cardiaca, è il primo uomo al mondo con un cuore di animale.
L'operazione, condotta dai medici dell'Università del Maryland il 7 gennaio è stata un successo, ma ci vorranno ancora settimane per capire se il trapianto sia andato a buon fine e se questa nuova tecnica rivoluzionerà il settore risolvendo il problema della scarsità di organi. Una speranza per centinaia di migliaia di pazienti in tutto il mondo. Soltanto negli Stati Uniti ci sono circa 110mila persone in attesa di un trapianto, 6mila delle quali muoiono ogni anno prima che venga trovato l'organo giusto. Questo tipo di intervento, noto come xenotrapianto, è stato sperimentato dal professor Muhammad M. Mohiuddin. Già negli anni Ottanta era stata intrapresa questa strada, abbandonata subito dopo. Ma i ricercatori continuarono a lavorare sulla manipolazione genetica degli organi di maiale, l'animale più simile all'uomo per le caratteristiche del suo sistema immunitario, tanto che già da tempo si trapiantano nell'uomo le sue valvole cardiache.
Bennett era stato ritenuto non idoneo per un trapianto classico. «O morire o fare questo intervento. Voglio vivere, è la mia ultima scelta», aveva detto prima di finire sotto i ferri. Ora è in fase di recupero, assistito dai macchinari. Il cuore batte e sembra funzionare bene. Il 57enne respira da solo e spera di farcela, ma sa che è ancora presto per fare previsioni e che i prossimi giorni saranno determinanti. Prima dell'operazione le sue condizioni erano disperate, tanto da convincere i medici che un trapianto di cuore tradizionale avrebbe avuto pochissime chance di successo. Per questo hanno deciso di chiedere alle autorità regolatorie Usa il via libera per procedere allo xenotrapianto, senza il quale il paziente non sarebbe sopravvissuto. La Food and Drug Administration ha concesso l'autorizzazione di emergenza. Un salto nel vuoto, che il paziente ha deciso di fare nella speranza di riprendersi.
«Stiamo procedendo con cautela, ma siamo ottimisti sul fatto che questo intervento primo al mondo fornirà un'importante nuova opzione per i pazienti in futuro», ha commentato Bartley Griffith, responsabile del programma trapianti del centro medico dell'Università del Maryland.
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